alba a pierino

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mercoledì 29 febbraio 2012

30 febbraio


Figurati, sono anni che sto aspettando questo giorno, ed adesso che è giunto non riesco a capacitarmene—.
Così sfogava le sue apprensioni e i suoi dubbi il mio amico, mentre con passo spedito e nervoso salivamo sulla sommità del Monte Alto.
Ormai ci siamo. Domani, tra poche ore, ci siamo. Ma ti rendi conto quanto siamo fortunati: il 30 febbraio viene una sola volta nella vita, e molti sono coloro che non vivono abbastanza da poterlo ricordare.—, continuava il mio amico.
Giunti sulla spianata che si trova sulla sommità del monte, l'abbiamo trovata affollata ma silenziosa. La gente stava immobile ad osservare la piccola luna bianca che si trovava sull'orizzonte. Tutto il resto del cielo era di colore nero pece, senza neppure una stella che lo punteggiasse. L'attesa è stata breve, la mezzanotte è parsa arrivare in pochi attimi.

Bianche, morbide e piccole nuvole affollarono immediatamente l'orizzonte, e, placide, venivano nella nostra direzione. La folla, e noi con essa, si incolonnava lungo la passerella che portava all'attracco per le nuvole. Qui esse si fermavano e la gente vi saliva sopra a gruppi. Prestissimo venne l'alba. A poco a poco il sole si alzava sull'orizzonte, inondando il paesaggio della sua calda luce. L'affascinante spettacolo di quell'alba lasciava tutti quanti a bocca aperta, estasiati.
La nuvola, sulla quale eravamo saliti, proseguiva lentamente e dolcemente la sua corsa verso la fine della giornata. Dall'orlo della nuvola, affacciandosi, si poteva ammirare il paesaggio nella sua interezza. Si potevano osservare l'armonia delle linee che lo disegnavano, e la bellezza dei colori che lo dipingevano. Tutto, da quel punto di vista, appariva lieve, sereno, ordinato, affascinante.

Al centro della nuvola c'era un grosso foro, che permetteva di vedere da vicino ciò che sorvolavamo. Si potevano riconoscere i luoghi, le case, le persone che stavano sotto di noi. E tutto appariva convulso, disordinato, deprimente. Ma molti erano attratti dalla voglia di riconoscere e di vedere i nostri luoghi, che oltrepassavamo e lasciavamo.
Fin quando osservavamo dall'orlo della nuvola, essa proseguiva il suo cammino lentamente, ed il tempo sembrava non trascorrere, permettendoci di godere di quell'affascinante e lontano scenario. Mentre, come ci affacciavamo al foro centrale, la nuvola aveva delle accelerazioni, ed il tempo volava. Tutti sbirciavano da quel buco. Tanto che ci siamo accordati per cercare di limitare al minimo la quantità di tempo che ci veniva tolta, quando guardavamo sotto di noi.
Dato che più gente guardava dal foro, più velocemente la nuvola andava ed il tempo scorreva, abbiamo pattuito che osservassimo tutti insieme, e solo per pochi istanti. Ma come ci siamo sporti dal foro, subito una persona ha detto: —Io riconosco quello.—, e, immediatamente dietro, un'altra ha esclamato: —Io riconosco quell'altro!—. Così tutti hanno detto la loro, e nessuno ha tolto di lì i suoi occhi.

La nuvola ha acquistato in pochi attimi una velocità altissima, e dil tempo ha iniziato a trascorrere in maniera vorticosa. Dopo pochissimo tempo era già sera, e dopo poco le tenebre calarono tutto attorno a noi, accompagnatori fino al Monte Alto.
Lì la mezzanotte ci stava aspettando, tra poco sarebbe giunto il Primo di Marzo, e prima che il 30 Febbraio fosse tornato sarebbe trascorsa una vita.


Era il 1989, non mi ricordo chi, ma a Firenze fu indetto un concorso per studenti universitari (si doveva anche allegare il numero del libretto), dal titolo "Destinazione Altrove". Il tema era il viaggio immaginato. C'era un limite alle parole, doveva essere breve.
Non vinsi, ma il mio racconto su pubblicato in un volumetto che raccolse i migliori 20 degli oltre 2.000 che parteciparono.

Nel 1991 inserii questo racconto all'interno di una pubblicazione, cordata da cinque disegni originali ed inediti di Silvie Scali, e che composi a mano con caratteri mobili dell'antica Fonderia Nebiolo di Torino, e stampai in centoventicinque copie, numerate e firmate, presso la Tipografia Palagini di San Miniato. Che conteneva altri due brani, tresco di uno spettacolo che produssi per la Luna è Azzurra, rassegna di teatro di figura che si svolge a San Miniato, di quell'anno.

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