venerdì 28 ottobre 2011

dalle finestre dei Sindaci di Valentano e Tessennano


Nella Tuscia Viterbese, terra fratturata da vulcani millenari, che ancora odora di zolfo e sbuffa vapori d'acqua bollente.
E' questo uno dei punti caldi dello stivale, come un bernoccolo infiammato da una botta antica, un colpo agli stinchi che col tempo ancora duole.
Oggi corro attorno alla caldera di Latera, una depressione di forma ellittica, vicino al fianco occidentale della caldera del lago di Bolsena.
L'asse maggiore della caldera di Latera è lungo quasi nove chilometri e i cui margini si elevano mediamente fino a quasi 200 m sul livello del fondo pianeggiante. Originatasi a seguito di ripetute eruzioni vulcaniche avvenute circa 200 mila anni fa, fu in seguito occupata dalle acque di un lago.
Ancora oggi, anche osservando le immagini da google maps si notano parecchi crateri ben riconoscibili, e quattro cinte concentriche che dimostrano quattro diverse fasi eruttive.

Visita a Valentano, comune di 3.000 abitanti, che nei secoli ha, con la tradizione della festa propiziatoria del solco dritto, è come se avesse cercato, e trovato, una collocazione nell'immaginario popolare, di questa ancestrale storia di fuoco terra e acqua. Una naturale convivenza tra forze della natura, e la necessità dell'uomo di vivere di essa.




Il palazzo comunale risale al 1552, al periodo di massimo splendore della dinastia dei Farnese, signori di queste terre dal 1.300 fino alla metà del 1.600, quando con la caduta di e la distruzione di Castro, la famiglia iniziò il suo rapido e definitivo declino.
Il sindaco mi fa gentilmente affacciare dal terrazzo posto sopra la loggia in basalto, che offre una suggestiva vista su Piazza Cavour.




A Tessennano ci sono arrivato passando da Piansano, attraverso un piccolo altopiano di terra rossastra, la valle di Ripa Alta, con prati, greggi di pecore, campi fotovoltaici sorvegliati dalla guardia giurata e campi di tabacco ancora da raccogliere.



Tessennano è un comune piccolo, per superficie e per numero abitanti. Circa 400 persone su di un'area di poco più di 14 kmq, 1.400 ettari.



Nel borgo vecchio si entra da una porta, che è l'unico accesso.


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