Castell'Azzara dista da Grosseto, il capoluogo, circa 80 km, e con i suoi 815 m s.l.m. di altitudine, risulta la sede municipale più elevata di tutta la provincia.
E stamani si sente.
In questo ultimo giorno d'estate, un vento fresco ed insistente porta con se nuvole basse che si impigliano sulla vetta della montagna e sulla rocca di Radicofani.
Il termometro dell'automobile, alle 10,00 del mattino, qui in piazza martiri della Niccioleta, segna 12 gradi.
Alla fine del XIII ° secolo, seguendo le vicende dei Conti Aldobrandeschi, fu inclusa nella Contea di Santa Fiora. Per tutto il 1300 fu contesa tra potenti famiglie orvietane, Filippeschi e Monaldeschi, i senesi, gli Orsini e i Baschi, senza che nessuno riuscì definitivamente ad impadronirsene. Nel 1430 alla morte dell'ultimo esponente della casata, il Conte Guido, la Contea di Santa Fiora passò per via matrimoniale alla Famiglia Sforza.
Nel 1600 fu ceduta ai Medici per confluire poi nel Gran Ducato di Toscana.
All'inizio del '900, il territorio di Castell'Azzara vive un forte sviluppo economico generato dalle miniere ci cinabro, che porteranno alla costituzione del Comune di Castell'Azzara che diviene autonomo rispetto alla comunità di Santa Fiora, nel 1915.
Come ricorda il decreto regio affisso nella stanza del Sindaco.
Il municipio è una palazzina che molto probabilmente, visto lo stile e l'ubicazione, su a quel tempo costruita appositamente per ospitare la sede comunale.
E di lì a poco, fu aggiunta la piccola loggia che copre l'ingresso, a memoria dei caduti di Castell'Azzara, nella Grande Guerra, con il solito, inquietante, lungo elenco di ragazzi morti sul fronte.
Sotto il portico c'è anche una lapide con l'elenco dei minatori locali che lavoravano nella Miniera di Niccioleta, a Massa Marittima, uccisi tra il 13 ed il 14 giugno del 1944 da reparti fascisti e nazisti.
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