Qualcuno scrisse che Antoni Gaudì, oggi in via di beatificazione, avrebbe esultato nella tomba, quando Benedetto XVI consacrò il 7 novembre dello scorso anno, il suo celeberrimo tempio, la Sagrada Familia, che il grande architetto catalano cominciò ad innalzare 127 anni fa e lasciò incompiuto alla sua morte nel 1923. Il Papa celebrò solenne messa di consacrazione nella navata centrale, che a quei giorni era ancora scoperta.
Visto che la copertura è una iperbole che imita un bosco frondoso da dove filtra la luce, in quell'occasione immagino che comunque avesse tutta la sua magica significatività.
Sui giornali spagnoli ci fu anche chi scirsse soddisfatto che «La cerimonia del Santo Padre, di fatto, significa che per la Chiesa la costruzione della cattedrale è terminata».
Il giorno della consacrazione, al colossale simbolo del modernismo catalano mancavano gli ultimi, ma pur sempre ciclopici, ritocchi. Per concludere definitivamente il tempio, ci vorranno ancora 15-20 anni.
Intanto nel maggio di quest'anno è stata terminata la copertura.
Il Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia, questo è la traduzione del suo nome per esteso, è un monumento iniziato il 19 marzo 1882, su progetto dell'architetto diocesano Francisco de Paula del Villar (1828-1901). Ma già alla fine del 1883 venne commissionata la continuazione dell'opera ad Antoni Gaudí, un compito che ha portato avanti fino alla sua morte nel 1926.
Da allora, molti architetti hanno continuato a lavorare seguendo l'idea originale di Gaudí.
Tanto che nel giugno 2008. una prestigiosa associazione catalana di 1.500 tra architetti e designer, aveva lanciato feroci critiche. Secondo loro il capolavoro di Gaudì era stato proseguito da una miriade di architetti che non avevano rispettato la sua opera, e arrivarono a chiedere di sospendere per sempre i lavori della Sagrada Familia.
Dal 1914, Gaudí si dedicò esclusivamente alla costruzione della Sagrada Familia. Tanto che gli ultimi anni della sua vita li visse nel suo laboratorio, uno spazio a fianco dell'abside.
Tuttavia, anche in quegli anni, la costruzione avanzava lentamente. —E 'un peccato che non riesco a finire il tempio. Sono vecchio io, ma altri verranno dopo di me. Si dovrebbe sempre mantenere lo spirito del lavoro, ma la sua vita deve dipendere dalle generazioni che verranno, e che vi incarneranno la vita che vivranno—.
Gaudí, il 10 giugno 1926, morì a seguito di un tragico incidente, investito da un tram. E' sepolto nella cripta della cappella di Carmen, all'interno della Sagrada Familia, dove le sue spoglie giacciono ancora.
Nel luglio del 1936, durante la guerra civile spagnola, un incendio distrusse la cripta, ed il laboratorio che vi era all'interno. Andarono perduti i piani, i disegni e fotografie originali, e si sbriciolano anche alcuni dei modelli in gesso in scala.
L'edificio è situato nel centro di Barcellona, e nel corso degli anni è diventato uno dei simboli più universali di identità della città e del Paese. Ogni anno viene visitato da milioni di persone e molti sono anche quelli che lo fanno per studiarne il suo contenuto architettonico.
Il tempio è definito espiatorio, perché, fin dalle sue origini, la sua costruzione è finanziata da donazioni, a cui da anni si vanno anche a sommare i cospicui incassi delle visite turistiche.
Gaudí ebbe a dichiarare che: —Il tempio espiatorio della Sacra Famiglia è un lavoro che è nelle mani di Dio e nella volontà del popolo—.
Il simbolismo cristiano è presente in tutta l'opera di Gaudi, ma l'esempio più evidente di applicazione è proprio la Sagrada Familia, in cui rappresenta in maniera scenografica la vita di Gesù e la storia della fede.
Con questo obiettivo, il tempio è stato costruito nel corso degli anni secondo l'idea originale di Gaudí, che drammatizza la chiesa cattolica con l'Architettura. Questo è visibile nelle torri campanarie, che simboleggia Gesù, la Vergine, i quattro evangelisti e i dodici apostoli. Nelle tre facciate sono rappresentate la vita umana di Gesù dalla nascita alla morte.
Nell'interno, le forme suggeriscono la Gerusalemme celeste, dove una serie di colonne dedicate alle città e ai continenti cristiani, rappresentano gli apostoli.
Tanto che la struttura architettonica esprime i simboli del cristianesimo sia attraverso gli elementi costruttivi che di finitura.
Durante il mio passaggio a Barcellona dello scorso 9 giugno, ho avuto modo di entrare a visitare la Sagrada Familia.
Erano circa le 19,30 e quindi mancava mezz'ora alla chiusura.
Non c'era più nessuno in attesa alla biglietteria, contrariamente al mattino, quando ci ero passato vicino in auto, e si vedeva la fila girare ben due lati.
L'interno è maestoso, a specchio di ciò che si immagina dall'esterno. Così come le sue proporzioni esterne appaiono mastodontiche, ma armoniche, così l'interno è ricco, complesso ed elevato, quanto leggero e gradevole.
Il simbolismo cristiano è presente in tutta l'opera di Gaudi, ma l'esempio più evidente di applicazione è proprio la Sagrada Familia, in cui rappresenta in maniera scenografica la vita di Gesù e la storia della fede.
Con questo obiettivo, il tempio è stato costruito nel corso degli anni secondo l'idea originale di Gaudí, che drammatizza la chiesa cattolica con l'Architettura. Questo è visibile nelle torri campanarie, che simboleggia Gesù, la Vergine, i quattro evangelisti e i dodici apostoli. Nelle tre facciate sono rappresentate la vita umana di Gesù dalla nascita alla morte.
Nell'interno, le forme suggeriscono la Gerusalemme celeste, dove una serie di colonne dedicate alle città e ai continenti cristiani, rappresentano gli apostoli.
Tanto che la struttura architettonica esprime i simboli del cristianesimo sia attraverso gli elementi costruttivi che di finitura.
Durante il mio passaggio a Barcellona dello scorso 9 giugno, ho avuto modo di entrare a visitare la Sagrada Familia.
Erano circa le 19,30 e quindi mancava mezz'ora alla chiusura.
Non c'era più nessuno in attesa alla biglietteria, contrariamente al mattino, quando ci ero passato vicino in auto, e si vedeva la fila girare ben due lati.
L'interno è maestoso, a specchio di ciò che si immagina dall'esterno. Così come le sue proporzioni esterne appaiono mastodontiche, ma armoniche, così l'interno è ricco, complesso ed elevato, quanto leggero e gradevole.
Nessun commento:
Posta un commento