mercoledì 22 giugno 2011

i Falò di San Giovanni a San Miniato

Da secolare memoria, si ripete, sul Prato della Rocca di San Miniato, la tradizione di accendere dei fuochi di paglia e fascine, a cui rispondevano i contadini delle campagne, per festeggiare l'inizio della mietitura del grano e scacciare la mosca infetta portatrice di malattie per gli animali.

Questa sera, con amici, anche noi siamo saliti in Rocca a bruciare le nostre mosche.


Giungi in città, dai ragazzi della Pro Loco abbiamo acquistato le rificolone, fischi e la Mosca.
La Mosca è una spiga di grano legata con un capo d'aglio sulla cima di una canna, che sarà poi cotta sotto la cenere dei grandi falò. L'aglio e la spiga sono simboli pagani portatori di un duplice significato, scacciare gli spiriti maligni e proteggere i raccolti delle messi che stavano per essere mietute.


Con i bimbi e gli amici, anche noi abbiamo formato il nostro lungo trenino, con le nostre ondeggianti e colorate rificolone, per salire ai 192 metri s.l.m. del prato della Torre di Federico II°, accompagnati dal suono stridulo dei fischietti.




Sul prato della Rocca è festa già al tramonto, con i bimbi che saltano e fanno le capriole.


Ci siamo portati un po' di carne da fare alla brace. E, visto che i falò non sarebbero stati accesi prima delle 22,00, e la fame un po' chiamava, abbiamo chiesto agli amici del Comitato per le Feste Popolari, che stavano cuocendo salsicce che vendevano assieme al pane e prosciutto e vino, se avrebbero ospitato la nostra carne sul loro braciere. Sono stati così gentili dal farlo.




Quest'anno, la festa dei falò di San Giovanni incontra la Luna è Azzurra.
L'artista israeliana Jay Tor è FireFinger e presenta il suo spettacolo “Miss Flame”.
















Dopo lo spettacolo sono stati accesi falò.



E noi, come altri, ci siamo messi a giocare intorno al fuoco. Buttando nel fuoco, alcune delle nostre "zanzare".



E quando cominciava ad esserci un po' di brace, ci siamo messi a cuocere le nostre salsicce e bruciare le nostre mosche.
Per resistere al calore, però, si doveva stare sdraiati a terra!


E' quasi mezzanotte quando decidiamo di lasciare la festa.


Ci siamo girati un attimo, prima di prendere le scale, e questo era lo spettacolo che ci lasciavamo dietro.
Un "bravi!" a questi ragazzi, i promotori del Comitato, che hanno ancora la cura di tenere viva questa tradizione, questa festa popolare.
E' grazie alla loro passione ed al loro impegno, che noi, come tutti i presenti, hanno avuto la possibilità di vivere la gioia di questa serata.

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