Novembre 1997.
Pubblicazione costituita da un cofanetto in cartoncino azzurro contenente note di viaggio autografe, ed una collezione fotografica
dal titolo : "Visista alla Cittadella",
costituita da otto stampe fotografiche originali ed inedite, pubblicata in trenta copie numerate e firmate.
aurelio cupelli
Viaggio a San Miniato.
Visita alla Cittadella.
Mediato dall'uso dell'armamentario fotografico, ecco un viaggio d'immagini che attraversa una delle tante particolarità di questo borgo-città. Le forme dei suoi edifici, i colori che li contraddistinguono, i segni della storia che portano.
La cittadella, il borgo alto, è fin dall'antichità il fulcro della vita di quest'area a confine tra due mondi. I motivi che ci conducono verso la fine del millennio, sono qui demarcati da questa fila contigua di dolci colline che si spengono nella piana dell'Arno che da qui inizia ad aprirsi verso il mare.
L'occhio fotografico si immerge dentro a quegli aspetti della normalità, dell'armonioso rapporto tra l'oggetto soggetto e il suo inserimento nello scenario naturale che lo ospita: tra terra e cielo.
DIARIO
aurelio cupelli
Viaggio a San Miniato.
Visita alla Cittadella.
Mediato dall'uso dell'armamentario fotografico, ecco un viaggio d'immagini che attraversa una delle tante particolarità di questo borgo-città. Le forme dei suoi edifici, i colori che li contraddistinguono, i segni della storia che portano.
La cittadella, il borgo alto, è fin dall'antichità il fulcro della vita di quest'area a confine tra due mondi. I motivi che ci conducono verso la fine del millennio, sono qui demarcati da questa fila contigua di dolci colline che si spengono nella piana dell'Arno che da qui inizia ad aprirsi verso il mare.
L'occhio fotografico si immerge dentro a quegli aspetti della normalità, dell'armonioso rapporto tra l'oggetto soggetto e il suo inserimento nello scenario naturale che lo ospita: tra terra e cielo.
DIARIO
Domenica 12 ottobre 1997.
ore 11,00.
Norberto e Maria, amici provenienti dall'antico principato di Masserano, oggi provincia di Biella, nelle Prealpi Piemontesi, sono venuti, ricambiando, a trovare me e Cristina. In questa ventosa e volubile mattinata, fatta di spruzzi di pioggia portata da bluastre nubi sospinte velocemente verso oriente, tagliate da squarci del caldo sole di inizio autunno, ho fatto salire i miei amici in cima alla Rocca di Federico II. Li ho invitati ad iniziare da lì la loro visita, osservando San Miniato e il suo circondario da quel magnifico balcone. L'hanno ammirata rossastra e limpida, illuminata dalla chiara luce di quella incerta giornata.
La torre sulla quale siamo saliti è la ricostruzione eseguita all'inizio degli anni '50 dell'antica torre sveva del XIII° sec., famosa per essere stata la prigione di Pier delle Vigne, fatta crollare dai guastatori tedeschi nel luglio '44.
ore 12,00.
Scesi dalla Rocca, ci siamo diretti al santuario del Santissimo Crocifisso, e vi siamo entrati ad ammirare la bellezza delle architetture e degli affreschi che la decorano. Le pitture murali di Domenico Barberini, realizzate nel XVIIIà sec. ad edificio completato, sono state restaurate pochi anni fa.
ore 11,00.
Norberto e Maria, amici provenienti dall'antico principato di Masserano, oggi provincia di Biella, nelle Prealpi Piemontesi, sono venuti, ricambiando, a trovare me e Cristina. In questa ventosa e volubile mattinata, fatta di spruzzi di pioggia portata da bluastre nubi sospinte velocemente verso oriente, tagliate da squarci del caldo sole di inizio autunno, ho fatto salire i miei amici in cima alla Rocca di Federico II. Li ho invitati ad iniziare da lì la loro visita, osservando San Miniato e il suo circondario da quel magnifico balcone. L'hanno ammirata rossastra e limpida, illuminata dalla chiara luce di quella incerta giornata.
La torre sulla quale siamo saliti è la ricostruzione eseguita all'inizio degli anni '50 dell'antica torre sveva del XIII° sec., famosa per essere stata la prigione di Pier delle Vigne, fatta crollare dai guastatori tedeschi nel luglio '44.
ore 12,00.
Scesi dalla Rocca, ci siamo diretti al santuario del Santissimo Crocifisso, e vi siamo entrati ad ammirare la bellezza delle architetture e degli affreschi che la decorano. Le pitture murali di Domenico Barberini, realizzate nel XVIIIà sec. ad edificio completato, sono state restaurate pochi anni fa.
Martedì 14 ottobre 1997.
ore 13,30.
Nel voler concludere il viaggio iniziato con gli amici Norberto e Maria, poi guastato dal tempo imprevedibile, sono tornato a passeggiare per San Miniato. E l'ho fatto riprendendo a camminare lungo il percorso segnato dalle vestigia della sua storia.
Attraverso la porta Toppariorum, o porta magna, quella che si apre tra l'attuale Hotel Miravalle, antico palazzo imperiale dei vicari e la casatorre degli stipendiari, sono entrato in piazza della Repubblica, meglio conosciuta come piazza del Seminario.
Infatti su di essa si estende per tre lati il seicentesco palazzo costruito per ospitare i seminaristi.
Il palazzo offre oggi un suggestiva vista per la sua forma e per le decorazioni che lo abbelliscono. Decorazioni eseguite nel settecento dal Chimenti raffiguranti santi e figure allegoriche, oltre a 31 massime latine, alternate alle finestre delle seconda fila della facciata.
ore 14,00.
Dalla piazza si sale, per tre scalinate, al prato del Duomo. Attraverso la più ampia delle tre, si giunge al sagrato della cattedrale, il cui aspetto attuale risale al XIIà sec., con la facciata romanica decorata da bacini in ceramica.
La cattedrale ha un posto nella storia contemporanea molto importante. Infatti, all'interno di essa si compì una della maggiori tragedie che abbia segnato il passaggio del fronte di guerra durante il secondo conflitto mondiale in questa zona. Il 22 luglio 1944, con le navate gremite di fedeli in preghiera, esplose una bomba vicino all'altare, che provocò morte e disperazione. Quel fatto ha ispirato anche i fratelli Taviani, sanminiatesi, che ne hanno tratto il film "La Notte di San Lorenzo".
Di fronte alla cattedrale si erge il magnifico palazzo di rossi mattoni, sede della curia vescovile, ricavato dalla trasformazione, in epoca tardo medievale, di due palazzi ad uso militare dell'antico presidio imperiale.
ore 14,30.
Con queste ultime immagini spero di aver racchiuso nel diario della visita dei nostri cariamici, quelle sensazioni negate dall'incerto tempo, così da trasmetterle anche a loro, e agli altri lettori di queste semplici note di viaggio.
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