E' un film del 1998, diretto dal rumeno Radu Mihăileanu, che tratta in maniera ironica il tema della Shoah.
La trama viaggia tra paradosso e favola, ed alla fine, il vero personaggio principale del film è proprio il treno.
I suoi vagoni, i suoi binari. Il treno che diventa da mezzo per la fine, a mezzo per l'inizio, la libertà, per una nuova vita.
Sabato 23 luglio 2005
Ore 9,48. Avvicinandosi a Subbiano.
Adesso la ferrovia entra nella campagna, correndo di fianco a vecchi binari, e la mia mente si rilassa.
Non sono qui per fuggire, forse sono qui per cercare un’altra meta, o solo per imparare un’altro modo per vivere la mia vita.
Forse sono qui perché vorrei imparare da questo treno a continuare a correre per la stessa strada, perché questa è la sua strada.
Forse sono qui perché vorrei imparare da questo treno a continuare a correre per la stessa strada, perché questa è la sua strada.
Forse sono qui perché vorrei imparare da queste finestre a farsi guardare ogni giorno da degli sconosciuti, e fare la loro vita.
Forse sono qui perché vorrei imparare dalla corrente di questo fiume a portare le cose dove non vogliono andare.
E magari avere la pazienza di questo treno di andare e venire, per poter ricominciare a vivere una vita di nuovo mia.
Non so’ in realtà da quando tutto questo è cominciato, se esiste una data da ricordare.
C’è sempre una serie di date che anelano una storia, che nel tempo ha preso una strada.
Brano tratto dal mio "trenAretino", pag. 11.
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