Era una domenica sera, a cavallo tra maggio e giugno. Ed era una serata calda, con l'aria mossa da un tiepido vento di mare, forte abbastanza da farsi sentire.
Quella domenica la squadra di calcio di San Miniato Basso aveva conquistato la promozione dalla seconda alla prima categoria.
E sempre quell'anno, se non ricordo male, la squadra del San Miniato, i cittadini, credo che vennero retrocessi in terza categoria.
In quella stagione ci fu anche un tempestoso derby giocato al campo sportivo di Poggio di Cecio (che oggi non esiste più), con tanto di rissa tra le due tifoserie.
Non riesco a ricordare come e a chi venne l'idea. D'altronde sono scintille che nascono quasi sempre occasionalmente.
Sono spesso un'insieme di circostanze, quasi mai è premeditato.
Di premeditato c'era, forse, in quegli anni magnifici, la voglia di divertirsi, di stupire, di fare qualcosa di eccezionale, estemporaneo.
Un qualcosa che aveva senso solo in quel momento, e quindi irripetibile.
Quella domenica sera, l'atmosfera al bar del circolo era euforica. Risate, battute, e tutto un offrir da bere.
Entrai nel bar che già l'aria era piuttosto surriscaldata.
Qualcuno dei "vecchi", dei padri di famiglia, dei cinquantenni di allora, voleva organizzare un carosello con tanto di bandiere.
E una bandiera giallorossa, grande, saltò fuori, e cominciò a volteggiare nel bar.
Ma quale carosello, per una promozione in prima categoria ci vuole qualcosa di speciale.
—Questa bandiera va messa sulla Rocca!—.
Un qualcosa che aveva senso solo in quel momento, e quindi irripetibile.
Quella domenica sera, l'atmosfera al bar del circolo era euforica. Risate, battute, e tutto un offrir da bere.
Entrai nel bar che già l'aria era piuttosto surriscaldata.
Qualcuno dei "vecchi", dei padri di famiglia, dei cinquantenni di allora, voleva organizzare un carosello con tanto di bandiere.
E una bandiera giallorossa, grande, saltò fuori, e cominciò a volteggiare nel bar.
Ma quale carosello, per una promozione in prima categoria ci vuole qualcosa di speciale.
—Questa bandiera va messa sulla Rocca!—.
Qualcuno disse che era impossibile, e così da idea bislacca, la "zingarata" si sarebbe trasformata in scommessa.
Ogni buon progetto a bisogno di essere finanziato, e così saltò fuori un foglio da 50.000 lire.
—Allora si parte! Ecco il piano...—, e ci organizzammo.
Partimmo in due auto. Una ci dirigemmo a casa del custode della Rocca, che conoscevo, e con la scusa che volevo fare delle foto a San Miniato, di notte, e dalla Rocca, riuscii a convincerlo a venire con noi e ad aprirmi la porta della Rocca.
Ogni buon progetto a bisogno di essere finanziato, e così saltò fuori un foglio da 50.000 lire.
—Allora si parte! Ecco il piano...—, e ci organizzammo.
Partimmo in due auto. Una ci dirigemmo a casa del custode della Rocca, che conoscevo, e con la scusa che volevo fare delle foto a San Miniato, di notte, e dalla Rocca, riuscii a convincerlo a venire con noi e ad aprirmi la porta della Rocca.
Erano le 10 di sera.
Intanto gli altri ci avevano preceduti sul prato della Rocca.
Il custode ci aprì, ma, per fortuna, non salì su insieme a noi.
Giunti in cima, io piazzai il mio cavalletto, e feci alcune foto in posa B alla città sottostante.
Uno dei ragazzi tirò fuori la bandiera da sotto il giubbotto, e prima di issarla sul pennone, ci mettemmo in posa per una foto di gruppo alla "banda della Rocca", con l'autoscatto.
Intanto gli altri ci avevano preceduti sul prato della Rocca.
Il custode ci aprì, ma, per fortuna, non salì su insieme a noi.
Giunti in cima, io piazzai il mio cavalletto, e feci alcune foto in posa B alla città sottostante.
Uno dei ragazzi tirò fuori la bandiera da sotto il giubbotto, e prima di issarla sul pennone, ci mettemmo in posa per una foto di gruppo alla "banda della Rocca", con l'autoscatto.
Quasi tutte le foto al panorama mi vennero piuttosto bene, ma quella foto di gruppo, purtroppo no.
Venne sfocata, forse il livello della mia adrenalina era arrivato alla fascia rossa.
Agganciammo la bandiera alla corda, e la issammo. Appena lasciata, la bandiera subito si tese al vento che si era fatto ancora più teso.
Agganciammo la bandiera alla corda, e la issammo. Appena lasciata, la bandiera subito si tese al vento che si era fatto ancora più teso.
Lo sventolare era anche piuttosto rumoroso, e temevamo che il custode se ne accorgesse.
Tanto più che appena la bandiera fu visibile dal basso, il resto della banda che era rimasta sul prato fece un "wow", che si sentì da lassù.
Il giorno dopo, la bandiera era ancora lassù, bella tesa a sventolare.
Ci restò fino a tutto il martedì.
Il mercoledì mi chiamò il sindaco Tonelli....
Ne venne fuori una bella polemica, e qualcuno scomodò anche la storia.
Tanto più che appena la bandiera fu visibile dal basso, il resto della banda che era rimasta sul prato fece un "wow", che si sentì da lassù.
Il giorno dopo, la bandiera era ancora lassù, bella tesa a sventolare.
Ci restò fino a tutto il martedì.
Il mercoledì mi chiamò il sindaco Tonelli....
Ne venne fuori una bella polemica, e qualcuno scomodò anche la storia.
Si tirò in ballo "la presa di San Miniato" da parte degli empolesi (fiorentini), che sul finire del XIV° secolo riuscirono ad occupare la città con il famoso stratagemma del gregge di capre che, nottetempo, furono scambiate per un numerosissimo esercito per i lumicini legati alle loro corna.
Stasera vi racconto questa storia, per una serie di coincidenze.
La prima è che sabato 4 dicembre scorso, la Rocca è stata in qualche modo nuovamente "profanata". Magari per un motivo un po' più serio, in quanto politico e sociale, legato alla protesta degli studenti per la riforma Gelmini. Con la Rocca "occupata" come molti altri monumenti italiani.
Vidi lo striscione di protesta che scendeva dalla Rocca, mentre rientravo a casa dopo aver preso la bimba all'uscita della scuola.
Non avevo la macchina fotografica con me, e mi ero ripromesso di tornare a fotografarlo, pensando alla mia bandiera giallorossa. Ma il pomeriggio successivo, lo striscione non c'era già più...
La foto che riporto l'ho trovata sul web, non è mia.
L'altro motivo coincidente, è la pubblicazione, sabato scorso, del post "viaggio a San Miniato". Quella domenica di ottobre del '97, quindi dopo 11 anni, era la prima volta, dalla sera della bandiera, che tornavo a salire sulla Rocca, e lo feci dribblando il custode...
Il terzo, ed ultimo motivo coincidente, è quello che, continuando a dragar foto dalla mia soffitta, oggi sono venute fuori le foto della bandiera giallorossa in Rocca.
Stasera vi racconto questa storia, per una serie di coincidenze.
La prima è che sabato 4 dicembre scorso, la Rocca è stata in qualche modo nuovamente "profanata". Magari per un motivo un po' più serio, in quanto politico e sociale, legato alla protesta degli studenti per la riforma Gelmini. Con la Rocca "occupata" come molti altri monumenti italiani.
Vidi lo striscione di protesta che scendeva dalla Rocca, mentre rientravo a casa dopo aver preso la bimba all'uscita della scuola.
Non avevo la macchina fotografica con me, e mi ero ripromesso di tornare a fotografarlo, pensando alla mia bandiera giallorossa. Ma il pomeriggio successivo, lo striscione non c'era già più...
La foto che riporto l'ho trovata sul web, non è mia.
L'altro motivo coincidente, è la pubblicazione, sabato scorso, del post "viaggio a San Miniato". Quella domenica di ottobre del '97, quindi dopo 11 anni, era la prima volta, dalla sera della bandiera, che tornavo a salire sulla Rocca, e lo feci dribblando il custode...
Il terzo, ed ultimo motivo coincidente, è quello che, continuando a dragar foto dalla mia soffitta, oggi sono venute fuori le foto della bandiera giallorossa in Rocca.
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