Trentino, ore 12,30.
In anticipo sui miei programmi odierni, alla ricerca dei luoghi e dei personaggi della grappa trentina, per capire che fine fanno le loro vinacce disalcolate, invece di infilare le gambe sotto al tavolo di qualche trattoria, decido di usarle per fare il turista per qualche minuto...
Il Castello di Avio, sulla sommità della collina di Sabbionara e protetto alle spalle dalla catena del Monte Baldo, e domina la bassa Val Lagarina, percorsa dal fiume Adige, che fu una delle principali vie di comunicazione tra il Mediterraneo ed il Nord Europa.
Il castello dopo essere passato da varie proprietà è stato poi donato dalla contessa Emanuela di Castelbarco al Fondo per l'Ambiente Italiano (FAI), che ne cura la manutenzione. È visitabile dal pubblico.
Le prime fonti storiche che ne parlano sono datate 1503 con il nome Castellum Ava. Sappiamo che nel XII secolo i proprietari erano gli appartenenti alla famiglia Castelbarco che lo cedettero nel 1411 per testamento a Veneziani. Qui venne ampliato e decorato con una cappella in onore di San Giorgio insieme ad una facciata riportante gli stemmi dei loro dogi. Nel 1509 il castello passa di mano alle truppe imperiali di Massimiliano I che, dopo aver fatto dipingere le proprie insegne araldiche, lo ipoteca ai Conti d'Arco. A questa fase susseguono diversi passaggi di mano finché, nel XVII secolo, il castello torna ai Castelbarco.
Il castello è costituito da tre cinte murarie su cui si alzano 5 torri.
Tra esse quella della "picadora" dove in passato venivano eseguite le condanne capitali per mezzo dell'impiccagione.
Il grande complesso castellano, tra i più suggestivi del Trentino, appare adagiato nel paesaggio collinare assecondando il susseguirsi delle balze con la poderosa cinta muraria, le cinque torri, il palazzo baronale e l'imponente mastio.
Isolata è la casa delle guardie, che custodisce uno straordinario ciclo di affreschi trecenteschi con scene di guerra.
Nel mastio di trova la stanza d'Amore, con eleganti decorazioni di gusto "cortese".
Ospiti illustri si sono avvicendati tra le mura di questo maniero.
Dal re longobardo Autari, con la consorte Teodolinda, agli imperatori Carlo V e Massimiliano d'Asburgo.,
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