alba a pierino

alba a pierino

venerdì 26 luglio 2013

tram, di stagione



Milano, giovedì 25 luglio, ore 10,00.
Una luce abbacinante investe via Turati.

Il traffico è poco, i passanti ancora più radi.



I marmi delle facciate riflettono la luce del sole, 
restituendola più calda che mai.


Il tram è il numero 1, 
come quel giorno di marzo
con Milano che si muoveva 
sotto una pioggia sottile, insistente, continua.




Ci salgo sopra, 
se non fosse per l'ombra, 
è come star fuori, 
con quale scambia lo stesso calore dai finestrini aperti, 
nonostante l'aria immobile..





Il tram scivola lento lungo il suo percorso, 
lungo la doppia linea di binari, 
ritmando la sua velocità ai tempi dei semafori.










giovedì 25 luglio 2013

la città vista dall'alto



Quando mi capita di vedere qualche città dall'alto, da una collina, o meglio ancora da uno dei suoi edifici più alti, mi tornano in mente i viaggi immaginari della mia adolescenza.


Quel punto di visione, di prospettiva, in cui le macchine diventavano ad i miei occhi di bambino, macchie colorate, era per me l'inizio di un viaggio interplanetario, di fantasia.


Iniziavo a volare, nella mia immaginazione quelle macchie presto diventavano punti, e poi niente, assolutamente niente.


Quando da piccolo salivo in cima a delle torri, campanili, semplici palazzi, gettavo lo sguardo sotto, ed immaginavo di essere all'oblò di un razzo, e di vedere le città scomparire sotto me....


mercoledì 24 luglio 2013

una lapide, un pezzo di storia


Sul municipio di Taglio di Po, nel mio breve passaggio del mercoledì della scorsa settimana, avevo notato, e fotografato, alcune lapidi presenti sulla sua facciata.


Tra queste, due mi avevano particolarmente colpito. Su di una un elenco, diviso per classi, di 51 ragazzi del luogo, "cittadini che presero parte alla guerra Italo-Turca 1911-1912". Vicino ad essa l'altra lapide, dedicata a Gesù Crepaldi, giovane bracciante del luogo, che aveva perso la vita combattendo la "battaglia delle due palme" il 12 marzo 1912.


Oggi trovo il tempo per trovare un po' di risposte alla mia curiosità, che era rimasta ancora viva, alimentata da quello strano titolo alla prima delle due lapidi. Una lapide che ricorda i nomi di ragazzi che hanno preso parte ad una guerra, al quel tempo così lontana da quei luoghi, quel nordAfrica a cui aspirava la politica coloniale del Regno d'Italia, promossa da Giovanni Giolitti.
Nell'elenco non trovo il nome di Crepaldi, che la lapide vicina ricorda di essere caduto "con valore" in una delle più famose battaglie di quella guerra.
Si trattò dell'unico combattimento di un certa rilevanza nella zona di Bengasi, ed avvenne nell'oasi di Suani Abd el Rani, chiamata dai soldati l'Oasi delle due palme, circa 8 km a sud est della città, il 12 marzo, che si concluse con la vittoria italiana dopo circa quattro ore di combattimenti.

Magari, quando avrò occasione di tornare a Taglio di Po, proverò a cercare notizie su queste due lapidi.

Nel frattempo, curiosando sul web, ho trovato un filmato d'epoca. Si tratta di un frammento di uno dei diversi documentari che Luca Comerio girò durante la guerra Italo-Turca.


Sulla piazza IV Novembre, antistante il municipio, c'è un originale monumento ai caduti delle guerre nella quali i cittadini di Taglio di Po hanno dato la propria vita.
In esso sono incastonati una serie di massi su cui sono riportate i luoghi e le date di importanti e conosciute battaglie della prima e della seconda guerra mondiale.
Mi piace pensare che ciascuno di quei massi giunga davvero da ciascuno dei luoghi ricordati.


Da oggi comincerò a raccogliere, segnalandole con un nuovo tag, le immagini di monumenti ai caduti della grande guerra che incontrerò nel mio viaggiare lungo la penisola.

lunedì 22 luglio 2013

il 22 luglio 1944 a San Miniato



Il mattino del 22 luglio del 1944, a causa di un’esplosione nella Cattedrale di San Miniato, persero la vita 55 persone.


Sono passate da poco le dieci, quando questa mattina, lasciata la mia auto al piazzale, salgo verso la piazza del Duomo, diretto al palazzo comunale, per assistere alla commemorazione.


Salgo lungo il viale della rimembranza tra un assordante frinire di cicale.
Mi viene da pensare che anche quel mattino le cicale sugli alberi del viale e dei giardini attorno, frinivano con la stessa intensità, e che forse non si zittivano neppure quando scoppiavano le bombe della battaglia che si stava combattendo attorno a San Miniato, in quei giorni terra di nessuno, con gli Alleati attestati in Val d'Egola e le forze nazi-fasciste che stavano facendo terra bruciata, minando palazzi strade e ponti, mentre allestivano le difese sulla sponda nord dell'Arno.

Provo ad immaginare il rimbombare di quei colpi tra le valli a sud, le strade deserte del paese.
Lo faccio andando con la memorie alle immagini del film dei fratelli Taviani, "La Notte di San Lorenzo", che proprio attorno alla vicenda della strage del duomo di San Miniato è costruita la storia che racconta.

Della morte di quei 55 cittadini di San Miniato, di ogni età, furono subito indicati come responsabili, i soldati tedeschi, ed i loro collaboratori locali.
Negli anni, soprattutto dopo i risultati di una commissione storica che nel 2004 ha prodotto un importante ricerca su quell'evento, la responsabilità diretta di quella strage non è stat più attribuita alle truppe nazifasciste, ma a quelle alleate, che avrebbero colpito il duomo dentro al quale si erano riuniti in preghiera alcuni cittadini, durante un cannoneggiamento della città.

C'è chi chiama queste cose "effetti collaterali di una guerra giusta". Non lo so se esiste una guerra giusta.
So che quella guerra ha liberato il mondo da regimi il cui giudizio storico e morale non possa certo essere messo in discussione.

Scendo la scalinata del Santissimo Crocifisso. Davanti a me c'è il Municipio con le sue bandiere, e le finestre della sala del consiglio aperte, dalle quali escono, grazie all'amplificazione dei microfoni, una voce che elenca i nomi delle vittime di quella strage.

Mi accorgo che ascoltando quei nomi, non sento più il frinire delle cicale...



domenica 21 luglio 2013

anche Isola prepara la sua battitura d'epoca



Anche gli amici di Isola, una frazione del comune di San Miniato, sono impegnati nei preparativi per la battitura d'epoca del grano.
Il prossimo primo fine settimana di agosto, ad Isola si svolgerà la quinta edizione della battitura d'epoca.
Lo scorso anno avevo modificato il mio consueto calendario delle vacanze, per essere presente.


Quest'anno la festa la sto seguendo con più attenzione.
Questa mattina sono stato invitato alla mietitura del grano, tra l'Ontraino e la Fattoria di Scaletta, per mietere il campo del Volpi.


Edoardo Bernini in questo anni ha rimesso in funzione una vecchia mietilegatrice trainata degli anni '50 di fabbricazione tedesca, la Bautz SB.
La macchina è trainata da un trattore d'epoca, un Landini cv45-50 testa calda, anch'esso degli anni '50.


I mietitori arrivano che sono circa le 11 del mattino. Fa un tale caldo che anche le cicale fanno fatica a frinire. La Rocca di San Miniato è vicina, ma opaca per la caligine.


Alla mietilegatrice vengono tolte le ruote per il trasporto su strada, e viene allestita per il taglio.
Parte, fanno un giro di prova, funziona. Ed allora Edoardo sale, e cominciano la mietitura.









Nel campo è stata lasciata la parte del centrale del grano che è stato raccolto qualche giorno fa con una moderna mietitrebbiatrice.





La macchina avanza e dietro di se dissemina una scia di mazzi di steli di grano legati in covoni.



Qualche decina di minuti ed il lavoro è compiuto.



Uno dei prossimi giorni, magari di mattina presto, verranno a caricare i covoni per portarli in paese.