domenica 3 agosto 2014

rievocazione storica della battitura, Isola



La battitura, al tempo della civiltà contadina, era il giorno più sudato dell’anno, ma anche il più atteso.
Era la festa del grano.
Già la sera prima, la macchina per batterà il grano, la "trebbia", era lì sull’aia, ben calzata, nel posto giusto, a preciso ridosso dell’alta bica di covoni di grano che nei giorni precedenti erano stati portati col carro, raccolti nei campi.
La mattina, appena veniva un pò di luce, tutta la gente delle famiglie che si scambiavano l’aiuto si mettevano in movimento. Ognuno al posto prescelto o assegnato, la lunga cinghia veniva tesa fra la ruota motrice del trattore e le pulegge della trebbiatrice.


La lunga cinghia iniziava il suo vorticoso girare e gli uomini sulla bica gettavano col forcone i covoni sull'elevatore della trebbiatrice.










La paglia cominciava ad uscire depositandosi per terra dove altri uomini coi rastrelli la tiravano indietro per formare il pagliaio. Dalle bocchette il grano usciva a cascata riempiendo i sacchi che via via venivano portati più lontano. 


Ad Isola di San Miniato, da sei anni si rivivono questi particolari momenti della storia della campagna di qualche decina di anni fa.


La rievocazione storica della battitura viene, ogni anno, preceduta dall'aratura dei terreni attorno al paese, anch'essa fatta con trattori ed aratri d'epoca.



Quest'anno, grazie all'amico Rossano, da sempre il meccanico delle mie piccole macchine agricole, mi sono potuto divertire anch'io, arando un po' di terra con il suo trattore.





La festa diventa però soprattutto momento di aggregazione, di scambio, di partecipazione...







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