I Capponi, la famiglia che abita da sempre a Mezzopiano, nella pianura tra le colline di San Miniato e la frazione di Isola, possiedono in Landini L45, con motore a testa calda
Il "testa calda" è un motore a due tempi monocilindrico, così chiamato in quanto la combustione della miscela combustibile/comburente che avviene al suo interno è innescata dall'alta temperatura mantenuta in una parte della camera di combustione, la calotta, posta dentro la testa del cilindro.
Affinché avvenga la combustione, la calotta deve essere rovente, di color rosso cupo, in questo modo il combustibile iniettato a contatto con essa evapora e mescolandosi con l'aria immessa dal pistone in fase di compressione inizia a bruciare, innalzando la temperatura e la pressione dei gas che provocano un immediato scorrimento all'indietro del pistone.
L'avviamento del motore si ottiene riscaldando con una fiamma prodotta con gas propano, ma prima si usava una lampada a benzina o a gas, la calotta metallica, fino a farla diventare rovente nel giro di pochi minuti. Quindi si imprimono a mano 2-3 colpi sulla pompa d'iniezione del combustibile e poi un'adeguata spinta sui volani permette la compressione del pistone e l'innesco della combustione.
Una volta avviato, il motore mantiene in modo autonomo una temperatura di esercizio della calotta di circa 500 °C, più che sufficiente all'autoaccensione del combustibile.
Il Capponi accende la fiaccola della bombola del gas, la mette sotto la testa del motore, aspetta alcuni minuti, aggeggi a la motore, e poi si mette a far oscillare il volano, come fosse un gioco.
Lo fa girare un po' avanti e poi indietro, come se cercasse la giusta combinazione, si vede uscire del fumo dallo spurgo e dal tubo di scarico.
Poi da un colpo deciso verso destra, e il motore fa il suo primo scoppio, poi subito seguito dalla sequela degli scoppi successivi, fragorosi e radi.
Il motore a testa calda del Landini L45 era concepito per utilizzare come carburanti l'olio pesante, il gasolio, ma anche i vari tipi di oli vegetali.
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