martedì 21 gennaio 2014

il mio campione


Quando ero piccolo, tra i 7 e i 10 anni, ricordo che andavo spesso a trovare la mia zia che abitava "in cima alla strada". Ci andavo all'ora di merenda. Lei mi preparava sempre il pane con la sottiletta, ed io andavo nella loro cantina per prendere i fumetti o i giornalini dei miei cugini, più grandi me.
I fumetti li leggevo lì, ma l'Intrepido, che loro avevano già letto, me lo portavo a casa.
L'Intrepido mi piaceva tantissimo, era un settimanale dedicato ai giovani. C'erano i fumetti, ma c'erano anche tante altre cose, e si parlava di sport soprattutto.
Era sempre quello della settimana precedente, ma non mi importava.
Mi ricordo che nel 1974, collezionai i poster delle squadre che parteciparono al Mondiale di Calcio in Germania Ovest. In camera avevo attaccato il poster dell'Olanda di Cruiyff.
Sull'Intrepido c'era una rubrica dedicata al Subbuteo. Adesso non mi ricordo che quel gioco l'ho mai chiesto ai miei genitori, ma di sicuro mi ricordo che le immagini di quei campi verdi, di quei giocatori in miniatura, mi fecero "inventare" un mio subbuteo, un mio calcio in punta di dito.


Segnavo il campo sul marciapiede della mia vecchia casa con il gesso, e usavo dei sassolini per giocatori.
La misura del campo la diede una grossa mattonella, la più grande, del marciapiede. Il campo misurava 40x23, e così è stato per sempre. Quando poi ho cominciato a costruire delle tribune, che riempivo di sassi anch'esse, usando delle mattonelle, il fatto che misurassero 15 cm di lunghezza era perfetto.


Così facevo tornei e campionati. Le squadre e le città avevano nomi inventati: Kettù, Subel, ecc.
Nel liberare la casa di San Miniato Basso, la seconda (o terza se si conta quella nella Marche dove sono nato), ho ritrovato un quaderno con un calendario dei campionati.


Nel settembre del 2011, nella soffitta di quella casa, con Agnese avevo trovato uno degli ultimi stadi che avevo costruito, forse dodicenne, ormai padrone di altre tecnologie, avendolo realizzato con le tribune in legno. Negli ultimi anni, sul finire degli anni '70, trasferito nella nuova casa, avevo ridotto le dimensioni dei campi, per facilitare il gioco, ma soprattutto per poter giocare in casa ed in soffitta, inventandomi il "minicalcio", così chiamavo il mio calcio a 5.
Come ho già raccontato qui sul blog, oltre allo stadio ho ritrovato 8 delle 12 squadre nazionali con le quali avevo disputato il mio ultimo campionato del mondo, credo tra il '78 e l'81, non mi ricordo bene.
L'aver portato a Pierino quello stadio e quelle squadre è stata per me una grand emozione, ma non completa, però. Con le 4 squadre mancanti, mancava una fetta importante di quella storia, mancava il mio campione, il sassolino che vinceva tutte le partite.


Durante le feste natalizie ultime, ho definitivamente svuotato la mia vecchia di San Miniato Basso.
In soffitta c'era tutto il passato. Erano già venuti fuori anche stadi più vecchi, uno col fondo in terra per il calcio a 11, quando mi è capitata in mano una scatola di scarpe. L'ho aperta e dentro c'erano dei sassolini colorati e numerati. Avevo i guanti, con la mano tremante per l'emozione, ho rovesciato dei contenitori che c'erano all'interno mescolando tutto, proprio nel momento in cui ho riconosciuto il mio campione.



In questo giorni ho costruito uno stadio nuovo, il più grande di sempre per capienza, proprio per tornare a giocare almeno una partita con lui. Gli avevo dato anche un nome, lo chiamavo Valter Zenichelli, come l'autore del dizionario, ma non proprio uguale.


Ho provato a ricomporre le squadre, e non ci sono ancora riuscito. Ma intanto ho iniziato a colorare la squadra del mio campione con le tempere, per dargli una nuova maglia, con i vecchi colori.
Presto ci sarà la partita…





Il tutti quelli in campo, sono sassi storici, ci giocavo già nel 1973. Il mio campione è quello scuro (nero), con quella forma a cuneo. Lo stadio è già pronto!!
Ci pensavo poco fa, scrivendo questo post. E' stato un ritrovamento importante, una sorta di ricongiungimento.
Con questo trasloco, adesso mi ha seguito in tutte le case dove ho vissuto fino ad oggi.
Quando smetterò di giocarci, lo incornicerò! Promesso!!!

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