venerdì 3 maggio 2013
piazza della Sala, Pistoia
La Sala, come i pistoiesi chiamano comunemente questa piazza, deve il proprio nome all'uso longobardo con cui all'epoca si era soliti indicare il palazzo ove risiedeva l'amministrazione pubblica. In quanto qui si trovava il palazzo del Gastaldo, il funzionario che durante la dominazione longobarda governava in rappresentanza del re.
In età comunale la Sala divenne il luogo degli scambi e del commercio, funzione che ancora oggi conserva. Vi si sviluppò il mercato, per lo più di generi alimentari, e vi si insediarono le botteghe degli artigiani. Il ricordo di queste diverse attività sopravvive ancora nella toponomastica delle strade e piazze vicine: via del Cacio, sdrucciolo dei Cippolini, via dei Fabbri, via degli Orafi, via del Lastrone, che prende il nome dalla grande pietra su cui veniva venduto il pesce, e piazza degli Ortaggi.
Alla metà del Quattrocento la piazza fu lastricata e per motivi igienici le magistrature ordinarono di non macellare le carni all'aperto, mettendo in tal modo fine all'uso di adoperare il pozzo per lo scarico dei rifiuti della lavorazione delle carni.
Alla fine dell'Ottocento furono costruiti dalle Fonderie Michelucci dei banchi permanenti in metallo per la vendita dei generi alimentari che durante il primo ventennio del nostro secolo furono sostituiti da stands in muratura.
Dalla fine degli anni Ottanta, a seguito di un intervento di recupero, la piazza ha ripreso il suo aspetto originale con il ritorno del Leoncino e delle bancarelle di generi alimentari.
Oggi la piazza è animata di giorno dal mercato con le bancarelle e i negozi di fruttivendoli, panifici, norcini e macellerie, dove si acquistano prodotti di alta qualità. Si legge anche un chiarissimo cartello con su scritto: "Tartufi di San Miniato". Mentre la sera la piazza si riempie dei tavolini dei locali che vi si affacciano.
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