Giornata di cielo basso e pioggia, oggi, nel Polesine.
Tra un impegno è l'altro, al solito, decido di dedicare l'ora del pranzo al turismo.
Lasciando Rovigo, diretto a Lusia, devio per fare tappa a Fratta Polesine, curioso di vedere come, e se, viene ricordata la figura di Giacomo Matteotti.
Fratta Polesine è un piccolo comune per territorio e per numero di abitanti, poco meno di 3.000, della provincia di Rovigo. Ma nonostante ciò esso è un centro abitato di antichissima origine e ricco di spunti storici e culturali.
Nota per lo più per essere il paese natale di Giacomo Matteotti, e grazie a Villa Badoer, opera di Andrea Palladio e patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, Fratta è conosciuta anche per la vicenda dei Carbonari della Fratta, e per vantare la più grande necropoli d'Europa dell'Età del Bronzo.
Lungo il corso del fiume Scortico, di fronte al palazzo comunale che si trova sull'altra sponda, si trova il Palazzetto dei Villa, ora Fanan, detta la Villa della Carboneria.
In quanto noto che agli inizi del XIX secolo, la villa è più volte stata teatro di riunioni Carbonare, tanto che il 12 dicembre 1818 vi viene arrestato Antonio Villa, nipote di Francesco, notaio locale che aveva costruire l'edificio nel secolo precedente, carbonaro polesano, morto allo Spielberg con il suo concittadino e amico Antonio Oroboni.
Ci sono altre quattro ville di Fratta che sono conosciute come ville della Carboneria, anch'esse coinvolte nei moti dei Carbonari della Fratta, primo esempio di repressione da parte austriaca delle aspirazioni alla libertà e all'emancipazione nazionale.
Poco distante, di fronte al ponte che conduce a Villa Badoer, sita sull'altra sponda del fiume, a ricordare il sacrificio dei Carbonari, nel 1867, venne eretto un monumento, opera dello scultore veronese Grazioso Spazzi, e primo nel Veneto liberato alla conclusione della terza guerra d'indipendenza.
Da molti anni, all'inizio di novembre, si svolge una rappresentazione storica dei "Carbonari della Fratta".
Purtroppo, vista l'ora, trovo le ville e la casa museo di Matteotti, chiuse.
Riesco a mala pena ad entrare nel municipio, fotografare la sala consiliare, e salutare gli ultimi dipendenti che chiudono il portone.
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