martedì 29 gennaio 2013

l'apice del manierismo, il Bronzino in Santa Croce


L'altro ieri, domenica, ho passato il pomeriggio in giro per Firenze, e ne ho lasciato qui traccia con l'immagine di piazza Ognisanti.
Continuo a scoprire, e a riscoprire sempre qualcosa di nuovo di questa città.
Nei prossimi giorni ne segnerò altre tracce qui sul blog.


La visita alla cattedrale di Santa Croce in Firenze è stato il momento più importante.
La cappella centrale, quella che si erge sopra l'altare principale, è occupata da un'imponente impalcatura che da alcuni anni serve all'esecuzione del restauro del ciclo pittorico raffigurante la Leggenda della Vera Croce di Agnolo Gaddi.
La sequela di sepolcri, targhe e monumenti che sembrano occupare ogni spazio della cattedrale fa sentire tutto il peso della storia.


Ma l'emozione che mi segna la giornata, è il passaggio nel Cenacolo, sala principale del Museo dell'Opera di Santa Croce.


Qui, oltre al famosissimo crocifisso del Cimabue, esposto dal 1976, dopo il restauro a seguito dei danni arrecatigli dalla devastante alluvione di dieci anni prima, dal 2006, per il quarantennale dell'alluvione medesima, sono esposti la Deposizione dalla Croce di Francesco Salviati, ed il capolavoro più importante e imponente del Bronzino a soggetto religioso, la Discesa di Cristo al Limbo, firmata e datata 1552.


Il Bronzino è capace di togliermi il senso del tempo, e mi cattura con una facilità che mi lascia sempre sconcertato.


La Discesa di Cristo al Limbo, raffigura la liberazione delle anime oneste nate prima della Resurrezione di Cristo. Nell’opera si riconoscono molti ritratti, tra cui quelli di alcune donne note al tempo per la loro bellezza, alcune delle quali raffigurate seminude, e quindi particolarmente sensuali e perturbanti, poco adatto a un luogo sacro. Come sconveniente devono essere apparso il modo con cui il Bronzino aveva realizzato le figure diaboliche dipinte nella parte alta dell'opera, riemerse proprio a seguito del restauro.



Ma la Discesa di Cristo al Limbo proprio per queste presenze è da considerarsi l'opera manieristica per eccellenza, arrivando a contenere "la varietà di tante bizzarrie, la vaghezza de' colori, la università de' casamenti, e la lontananza e varietà ne' paesi.... una invenzione copiosa di tutte le cose", cioè l'essenza della definizione data alla pittura manierista da Giorgio Vasari, (Vite).





Agnolo di Cosimo nasce a Firenze il 17 novembre del 1503. Macellaio nella parrocchia di San Piero del sobborgo di Monticelli diverrà il Bronzino, il maggiore ritrattista del Cinquecento italiano assieme a Tiziano.

1 commento:

  1. Magistrale il tuo reportage fotografico e dei particolari delle opere del Bronzino. Complimenti, ancora.

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