martedì 12 giugno 2012

quelli che anche senza il subbuteo...


Pinocchio in strada 2012, prima serata.
Lungo la statale 67 "tosco-romagnola", chiusa stasera, dal semaforo alle Case Nuove, bancarelle dei mercatini, dei negozi, dei vari gruppi di volontariato, c'eravamo anch'io ed Agnese.


Nel pomeriggio avevo caricato 6 miei stadi per giocare a minicalcio con i sassolini, sul furgone da cavalli.
Nonostante abbia cercato di far piano e di scansare le curve, quando sono arrivato a montare il banchino, il pubblico aveva in gran parte lasciato gli anelli e i posti superiori per ritrovarsi in basso, se non in campo.



Così ho messo fuori solo alcuni stadi, quelli dove il pubblico si era mosso meno.
Molti si fermavano a curiosare. Sono venuti anche gli amici del Kampino, il circolo di giocatori al subbuteo, che dall'altra parte della strada avevano allestito in grande apparato, con due campi, luci abbaglianti e maxi schermo con video cronaca.



Io, quando avevo poco più di dieci anni vidi sull'Intrepido la pubblicità del Subbuteo, e lo chiesi ai miei genitori, che però non mi accontentarono.
Così ebbi modo di immaginarmi un mio subbuteo.
Se a subbuteo di giocava dando schicchere a degli omini, pensai che bastava fare degli "omini". E li feci con i sassolini.
Colorandoli con le tempere sarebbero divenuti delle squadre. Quindi passai a costruire i campi di calcio, e via, e via.


Chi si fermava a curiosare, i più, credevano che fossero semplicemente delle miniature. Che il tutto, stesse nel rappresentare uno stadio in miniatura.
Non si immaginavano che fosse un gioco. Che le gradinate, i sassolini-spettatori colorati, le tribune con le rampe per gli accessi, il tunnel per entrare in campo, i sassolini colorati in campo, con le porte in ferro, erano state costruite allo scopo di GIOCARE.
Di disputare partite tra due squadre, mosse da un unico bambino-giocatore.
Non afferravano, tra l'altro che fosse un gioco per giocare da soli. La mano destra contro la mano sinistra.


Alcuni bambini hanno provato a giocare. E' bastato che mostrassi loro due o tre mosse, che subito si sono immedesimati, ed hanno visto come poteva essere vero il calcio giocato con i sassolini.
Come poteva essere vera l'atmosfera da stadio. Con la palla che poteva finire in tribuna tra il pubblico, e che andava recuperata.
Come poteva essere vero anche il gioco. Che i sassolini poteva avanzare, contrastare, dribblare e tirare in porta. Che si vedeva la palla entrare in goal.


Vicino al banchino, c'era l'attrazione più vista della festa: I gattini di Pierino a cui Agnese cerca nuovi padroni.
E' stato un capannello ininterrotto. Nessun banchino o altro ha avuto tanta gente attorno come la cesta dei gattini.



Ad un certo punto della serata, dopo nemmeno due ore, abbiamo deciso di ritirare dalla vista la cesta con i gattini.
Sette gattini erano già stati adottati, e gli altri erano ormai, come Agnese del resto, troppo frastornati dalla troppa gente.

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