giovedì 21 giugno 2012

la presa d'Empoli con le caprette


Due strani individui, con indosso strani costumi, si aggiravano per San Miniato, sabato scorso, durante la Notte Nera.
Si sono fermati più volte, in diversi angoli del centro storico.
Sono stati visti parlare tra loro dell’altro e del nuovo mondo, e decine e decine di persone si fermavano, curiosi, a cercar di capire cosa stessero facendo, cosa stessero dicendo.

Sono gli amici Lapo Ciari e Andrea Mancini, attori, registi e drammaturghi di TerritorioTeatro, che attraverso il loro ormai collaudato gioco narrativo-teatrale, ci raccontano gli spazi e le tradizioni della città.


Io li seguo un po', questi due enigmatici personaggi, che si aggirano come due scansafatiche, che cercano di tirar tardi, con espedienti e fantasia.
Li seguo mentre scendono la via Angelica, e s'intrufolano nell'Oratorio di Sant'Urbano.




Qui, dove anticamente si riunivano gli affiliati alla compagnia di Sant'Urbano, detta altrimenti della frusta, e dove si possono ammirare gli affreschi realizzati nella prima metà del XVIII secolo e alcuni frammenti della decorazione più antica risalente alla fine del Trecento, i due oscuri personaggi credono di trovarsi a pochi passi dal "Banco di Empoli", e progettano di svaligiarlo.



Ma dopo poco si accorgono di aver fatto male i conti, e vedono svanire il loro colpo del secolo.



Fantasiosi ed errabondi, non avendo altro da fare, si mettono a leggere la “Presa di Saminiato" di Ippolito Neri, a cui il loro improbabile piano si era ispirato, per poi, magari, capire dove avevano sbagliato...



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