Si sono fermati più volte, in diversi angoli del centro storico.
Sono stati visti parlare tra loro dell’altro e del nuovo mondo, e decine e decine di persone si fermavano, curiosi, a cercar di capire cosa stessero facendo, cosa stessero dicendo.
Sono gli amici Lapo Ciari e Andrea Mancini, attori, registi e drammaturghi di TerritorioTeatro, che attraverso il loro ormai collaudato gioco narrativo-teatrale, ci raccontano gli spazi e le tradizioni della città.
Io li seguo un po', questi due enigmatici personaggi, che si aggirano come due scansafatiche, che cercano di tirar tardi, con espedienti e fantasia.
Li seguo mentre scendono la via Angelica, e s'intrufolano nell'Oratorio di Sant'Urbano.
Qui, dove anticamente si riunivano gli affiliati alla compagnia di Sant'Urbano, detta altrimenti della frusta, e dove si possono ammirare gli affreschi realizzati nella prima metà del XVIII secolo e alcuni frammenti della decorazione più antica risalente alla fine del Trecento, i due oscuri personaggi credono di trovarsi a pochi passi dal "Banco di Empoli", e progettano di svaligiarlo.
Ma dopo poco si accorgono di aver fatto male i conti, e vedono svanire il loro colpo del secolo.
Fantasiosi ed errabondi, non avendo altro da fare, si mettono a leggere la “Presa di Saminiato" di Ippolito Neri, a cui il loro improbabile piano si era ispirato, per poi, magari, capire dove avevano sbagliato...
Sono gli amici Lapo Ciari e Andrea Mancini, attori, registi e drammaturghi di TerritorioTeatro, che attraverso il loro ormai collaudato gioco narrativo-teatrale, ci raccontano gli spazi e le tradizioni della città.
Io li seguo un po', questi due enigmatici personaggi, che si aggirano come due scansafatiche, che cercano di tirar tardi, con espedienti e fantasia.
Li seguo mentre scendono la via Angelica, e s'intrufolano nell'Oratorio di Sant'Urbano.
Qui, dove anticamente si riunivano gli affiliati alla compagnia di Sant'Urbano, detta altrimenti della frusta, e dove si possono ammirare gli affreschi realizzati nella prima metà del XVIII secolo e alcuni frammenti della decorazione più antica risalente alla fine del Trecento, i due oscuri personaggi credono di trovarsi a pochi passi dal "Banco di Empoli", e progettano di svaligiarlo.
Ma dopo poco si accorgono di aver fatto male i conti, e vedono svanire il loro colpo del secolo.
Fantasiosi ed errabondi, non avendo altro da fare, si mettono a leggere la “Presa di Saminiato" di Ippolito Neri, a cui il loro improbabile piano si era ispirato, per poi, magari, capire dove avevano sbagliato...
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