sabato 11 febbraio 2012

le signore dei pizzi delle sorelle Orgiana


Le sorelle Orgiana sono due mirabolanti ricamatrici che hanno vissuto a San Miniato, e che hanno dispensato di arte e fantasia i corredi di tante ragazze sanminiatesi, ed anche oltre.
Io non le ho conosciute, mi hanno solo raccontato qualcosa.
Ma a volte, o forse è meglio dire spesso, è grazie a chi si era preso passione per questa, come per altre cose.
Per chi le ha sapute apprezzare, e volute acquistare e custodire, che un certo "saper fare" ha acquistato e mantenuto nel tempo il suo reale valore.
Ed io, fortunato viaggiatore, curioso indagatore, con gli occhi aperti e un po' di orecchie tese, ma soprattutto disponibile nei confronti di chi fa, prima ancora di chi parla, ho avuto la magnifica occasione di partecipare, con un piccolo contributo fattivo, ad un grande ed importante progetto.


C'è fermento da un po' di tempo a San Miniato, idee e persone in cerca di qualcosa di interessante, e per questo nuovo.
Coinvolto dall'amica Anna Braschi, ho avuto il privilegio di entrare in casa di Anna Maria Baldelli, dove si erano date appuntamento anche Lidia Marrucci e Bruna Gozzini, che tutte assieme stanno organizzando, in occasione della prossima festa della donna, un evento-mostra in cui esporranno i ricami delle sorelle Orgiana che stanno raccogliendo tra i corredi delle signore di San Miniato, attraverso un tamtam di telefonate e passaparola di porta in porta.
Giovedì, poco dopo pranzo, nella luce soffusa ed accogliente della casa di Anna Maria, con alle pareti le stampe dei biglietti d'auguri di Mario Caponi, mi sono prestato per fotografare i ricami che hanno intanto raccolto.
Con l'idea di offrire loro un'immagine per il manifesto, ed una piccola documentazione.
Dopo un'iniziale momento in cui c'era bisogno di presentarsi e capire cosa c'era da fare, e cosa si voleva fare, l'atmosfera si è fatta serena, e poi anche conviviale.





Abbiamo preso confidenza a vicenda. Così, mentre io mi muovevo tra i tessuti, le coperte, i centrini, le camicette e le bambole, loro andavano avanti con la progettazione della mostra.
Lo facevano mostrandosi il materiale che possedevano, o che avevano raccolto.





Si meravigliavano loro, e mi stupivo io, di quella fine maestria, di quella fantasia nel muovere le mani, intrecciare fili, passar di ago.



Fino a giocarne, di quelle cose scese dall'armadio, uscite dal baule, saltate fuori dal comò.
E' stata una gioia particolare, vivere una cosa che resta anche difficile pensare, che si possa scoprire che nella penombra di un salottino, dietro ad una finestra celata da tende sottili, quattro signore che ancora hanno voglia di fare, di metter su una cosa per dire che loro, donne, non sono una merce per tv e giornali dalla carta patinata, ma ingegnose pensatrici, abili lavoratrici con quelle mani abituate alle carezze date.
E che hanno voglia di giocare di quella loro stessa fantasia, e che si giochi, senza pudori né vergogna.
Che si giochi a coprirsi delle cose che sanno fare, e non scoprirsi perché altro non sanno fare, o non le è stato insegnato a fare.

Nessun commento:

Posta un commento