lunedì 27 febbraio 2012

le prove de "l'uomo del faro"


Gli amici di TerritorioTeatro stanno per concludere la stagione, affascinante, dei loro spettacoli al Frantoio della Briccola.
Sabato mattina, con un sms del giorno prima, sono stato invitato ad assistere alle loro prove.
Con sorpresa, li incontro in strada, Andrea e Lapo che stanno andando al Caffè Bonaparte, accompagnati dall'amico comune Giulio Greco. Si sono fermati per un cappuccino.
E' roba da artisti anche un cappuccino, qui a San Miniato.




“L’uomo del faro”, che metteranno in scena, in prima nazionale, il prossimo sabato 3 marzo, si presenta, forse, dicono, come la loro produzione più complessa.


Dopo il cappuccino scendiamo nella grotta magica della Briccola.
Spazi angusti, locale sgarrupato, ingombro di oggetti, sbandati tra le curve del tempo finito per ammucchiarsi qua sotto.
Giulio si siede, nella penombra. Io seguo Andrea che si siede in fondo alla grotta.
Lapo sta dentro al suo faro, sotto un cielo con un'unica stella, e fili, sottili, che si intrecciano sul soffitto, scendendo, districati, a reggere oggetti che fluttuano al vento ed alle grida.






Lapo racconta e grida, sussurra e gesticola. Fa prendere forma alla struttura del faro, gli da vita e movimento.
Insieme al faro prende corpo la storia di un uomo, che ondeggia e si dimena, a strapiombo sulla vita.
Il suo racconto, l'elencazione delle memorie, il confronto con il passato, è una continua fuga ed un continuo ritorno dalla paura.




Si accende una luce azzurra, forse quella del vecchio faro, o solo il fantasma di essa, mossa dal vorticare degli oggetti che il vento, la voce, il tempo stesso fanno viaggiare attorno al faro.




Mi concentro sulle foto, ma non riesco a non seguire la poesia della narrazione.


Mi allontano mentre stanno ancora provando, anche Giulio viene via con me.

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