mercoledì 25 gennaio 2012

la terra ha tremato sotto i ponti di Calatrava


Sono più o meno le nove del mattino, quando esco dall'autostrada, al casello di Reggio Emilia.
Ho un appuntamento qui, devo incontrare persone per parlare di biogas.
Mi fermo di lato alla rotonda che gira sotto il primo dei ponti di Calatrava.
Scendo, fa freddo, pochi gradi sopra lo zero. Il cielo è terso e azzurro.
Ho in mano la mia macchina fotografica per fotografare il ponte.
Mentre scatto foto sento un tremore ai miei piedi. Sono sul bordo della strada, con i piedi sull'asfalto.
Penso ad un camion in arrivo, ma davanti non c'è, allora mi volto, ma anche dietro niente.




Scatto e torno in auto, Nunzio mi dice di aver sentito la macchina muoversi in maniera strana.
Poco dopo ci arriva la notizia del terremoto che ha avuto come epicentro proprio i dintorni di Reggio Emilia.


Finito l'incontro, tornando al casello, riecco i ponti di Calatrava.
Penso che tutto questo è un monumento all'uomo.
Non è solo il frutto del genio di Calatrava, quanto la capacita dell'uomo di essere tale.
Perché tutto questo è dovuto anche, e forse soprattutto, all'idea e alla volontà di chi si è sbattuto affinché non venisse fatto un ponte con una semplice trave di ferro e cemento.



Penso che abbiamo avuto dei geni come Leonardo e Michelangelo perché ci sono stati degli uomini che gli hanno permesso di esserlo. Uomini che hanno creduto nelle loro capacità e che hanno permesso loro di fare quello che hanno fatto.
Magari abati o vescovi, cardinali o papi, despoti o tiranni, che grazie all'opulenza del proprio vivere creato sul lavoro di poveri contadini analfabeti, o garzoni di bottega per un pezzo di pane, si sono potuti pagare le sublimi bizzarrie artistiche di pochi eletti maestri d'arte.




Così come tutta l'arte del Rinascimento è oggi patrimonio di tutti noi, anche i ponti di Reggio Emilia, con la loro grazia e leggerezza, sono di tutti gli uomini, perché rappresenta la loro capacità creativa e realizzativa.
Penso che "questo è l'uomo", ma con l'approssimarsi del giorno della memoria, il pensiero si incupisce un po', e si allunga fino a Primo Levi e all'uomo che ha conosciuto lui.

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