lunedì 14 novembre 2011

musica, e storie di triste allegria



La prima sensazione è la curiosità
spinta dal suono squillante di un brano melodico.
Una musica che assomiglia ad panno di velluto.
Morbido quando lo si accarezza, lievemente pungente, di piccole scariche,
quando si allontana la mano.
Come il manto di un gatto.



Pian piano l'emozione si allarga e quel telo melodico di musica vellutata,
ti accorgi che porta dei ricami.
E' una voce, che canta storie di triste allegria di vivere.
La musica ti conduce, alla voce, e la voce ti invita ad ascoltare.
Ti invita a fermarti, senza dirtelo, con altre parole, con latri motivi.



L'arco della cittadella non è altro che un bocca scena,
che, spostandomi lentamente, mi accorgo che fa da lancia alle note.
Come una cassa armonica dove i suoni esplodono,
per uscirne accompagnati dalla voce.


Una fisarmonica, in braccio ad una ragazza, una voce appassionata
e un muro di mattoni che hanno visto chissà quanto e cosa...

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