Il carciofo, come comunemente lo conosciamo, è un alimento costituito dai fiori non completamente dischiusi della pianta di Cynara scolymus.
Già, fiori non completamente dischiusi.
Sono almeno 50 giorni, che dalle mie piante raccolto carciofi, nonostante che nella stagione del primo trapianto, la produzione è limitata, se non nulla.
Ancora oggi ho raccolto ne ho raccolti tre.
Nel frattempo, però, in alcune piante ho smesso di raccoglierli, e così i carciofi si sono completamente dischiusi.
Ecco lo spettacolo:
Il Carciofo è una pianta di origine mediterranea, molto nota fin dall'antichità per i pregi organolettici del capolino.
Le prime descrizioni risalgono allo storico greco Teofrasto.
L'attuale nome volgare in molte lingue del mondo deriva dal neo-latino "articactus", tanto che in alcuni dialetti settentrionali è chiamato articiocco. Il nome italiano "carciofo" e lo spagnolo "alcachofa" derivano dall'arabo "harsciof".
La coltura del carciofo è diffusa in alcuni Paesi del Mediterraneo, in particolare soprattutto Italia, poi Francia e Spagna, mentre è poco conosciuto in molti altri Stati.
Si ritiene che il carciofo ed il cardo domestico derivino entrambi da quello selvatico, in seguito ad un processo di selezione che ha favorito lo sviluppo dell'infiorescenza nel primo e della nervatura mediana delle foglie nel secondo.
Il carciofo è una pianta erbacea perenne, con formazione di rizoma, dalle cui gemme si sviluppano i getti detti carducci.
Il fusto è eretto, ramificato all'epoca della fioritura, robusto, striato in senso longitudinale, fornito di foglie alterne. Esse sono grandi, di colore verde più o meno intenso o talvolta grigiastre nella pagina superiore, più chiare e con presenza di peluria in quella inferiore. La spinosità presente sulle foglie è una caratteristica varietale.
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