Nel ripercorrere, grazie all'amica Manuela Parentini, che ha curato la raccolta di notizie relative alle origini ed alla storia di questo secolare caso di acqua pubblica, si riesce a leggere il rapporto tra l'uomo e questa risorsa a lui essenziale.
La cerimonia di inaugurazione ha avuto inizio con una rievocazione storica dell'uso della fonte, con le donne del Mulino che sono tornate a lavare i panni al lavatoio.
Lisandro Nacci ha raccontato come è nato e come ha operato il Comitato da lui animato.
Il Sindaco Vittorio Gabbanini ha parlato dell'importanza della scelta del Comune di non alienare l'area ma di riqualificarla, e della concomitante apertura di un fontanello, alimentato dalla rete idrica pubblica, gestita dalla consortile, a partecipazione mista, Acque spa, che rientra nel progetto "Acqua ad Alta Qualità", che prevede la realizzazione nel territorio alcuni punti di approvvigionamento di acqua da bere, gratuiti ed in grado di fornire acqua con elevate caratteristiche chimiche ed organolettiche.
Al taglio del nastro hanno presenziato anche il vicepresidente di Acque spa Giancarlo Faenzi, e don Giampiero Taddei che ha impartito la benedizione.
All'inaugurazione una gran folla, e tra loro anche il mio Silvano, aiutante nei miei lavori a Pierino.
Giacomo Pelfer, giornalista de Il Tirreno, che ha seguito passo passo tutta la vicenda, rilegge i suoi articoli esposti nella piccola mostra che ha illustrato la storia del recupero della fonte.
Mentre Lisandro mi spiega come funziona la vecchia fonte. Mi racconta, e mi indica, della presenza, sotto ad piccolo casotto in muratura, posto poco più a monte, di una cavità sotterranea, dove si convogliano le acque che filtrano dalla valle attorno, e l'acqua che fuoriesce, non è altro che un condotto che fa da troppo pieno del pozzo-cavità.
Riporto, qui di seguito, il testo della ricerca storica condotta prevalentemente sui testi dell'Archivio Storico del Comune di San Miniato, da Manuela Parentini, dal titolo "La fonte del Lotti nella storia".
Le prime notizie che si hanno della fonte sono quelle legate alle proprietà della famiglia Grifoni, nel popolo di Santa Maria di Cigoli. La fonte era, con molta probabilità, in una delle proprietà dei Grifoni, all'interno del podere denominato "le Stalle". In questa zona infatti, la famiglia Grifoni aveva diversi beni stabili e sul colle dove si diceva fosse stato costruito l'antico castello di Cigoli, aveva edificato, intorno alla fine del XVI secolo, una villa, denominata in seguito Villa di Castelvecchio, assumendo il toponimo della zona.
La villa era al centro di una vasta tenuta che comprendeva, oltre alla casa padronale, una fattoria, alcuni poderi e terre spezzate.
Nella descrizione fatta dell'immobile nel 1605, si diceva che questa aveva il "comodo di acqua viva", ma non si specificava se si riferisse ad una fonte presso la villa o più distante. Dato che non si sono trovate, in periodi successivi, descrizioni di fonti o pozzi all'interno della villa, ciò potrebbe far supporre che si trattasse della nostra sorgente, perché nella zona era l'unica fonte, di una certa portata, vicino all'abitazione padronale.
Nel 1776 nel "Campione delle strade Comunicative", cioè nella descrizione delle strade soggette al controllo della Comunità, si diceva che per andare al castello di Cigoli esisteva una strada detta "Strada nuova", e che questa strada passava dal podere delle Stalle del signor Grifoni e "dalle Fonti al Prato".
La relazione ci da anche una rappresentazione abbastanza precisa della fonte, dicendo che queste Fonti al Prato "servono per l'uso dell'acqua degl'abitanti la comunità di Cigoli, vi è un Lavatojo per lavare i Panni ed un abbeveratojo per le Bestie, tutti murati, ed in buono stato".
Questa descrizione ci fa supporre che si tratti della fonte oggi denominata "fonte del Lotti", in quanto effettivamente la sorgente si trovava presso il podere delle Stalle e passava lungo la via che era stata costruita nel 1704, allorché i Grifoni avevano ceduto alla Comunità il terreno necessario per costruire la nuova strada che avrebbe portato al borgo di Cigoli.
Altri riferimenti alla fonte non se ne trovano. Infatti gli "estimi" della Comunità di San Miniato, stilati nel 1780, parlano solo delle proprietà private, sottoposte a tassazione.
E' anche vero che nel 1808 i Grifoni, avevano tra i loro beni una casa da lavoratore, posta nei pressi della Villa di Castelvecchio, in una località denominata "la Fonte", toponimo che si ritroverà alcuni anni più tardi per individuare la zona dove si trovava la fonte che a noi interessa.
Nel 1818 in un atto catastale per il passaggio delle proprietà tra gli eredi Grifoni, si legge che un terreno er aposto in "luogo detto alla Fonte al Prato".
All'impianto del Catasto Leopoldino, intorno al 1820, la fonte appare come proprietà della "Comunità ed Uomini di S. Miniato".
Ciò conferma che questa sorgente fosse di proprietà pubblica. Accanto alla fonte vi era il lavatoio pubblico, ma non veniva più menzionato l'abbeveratoio per gli animali.
I terreni intorno alla fonte erano, a quella data, di proprietà della famiglia Venerosi Pesciolini, che aveva ereditato i beni Grifoni dopo la morte di Margherita Luisa, ultima discendente del ramo familiare di Carlo Grifoni.
Ulteriori notizie della nostra sorgente si hanno nella seconda metà dell'Ottocento, allorché l'ingegnere comunale, descrivendo l'approvvigionamento idrico della borgata di Cigoli, parlava anche della fonte posta "presso lo sbocco della via comunale di Castelvecchio in quella del Mulin d'Evola".
Nella relazione di diceva che la fonte era servita anche da lavatoi pubblici, ma era molto distante da Cigoli e per accedervi la popolazione doveva percorrere una strada molto ripida.
All'inizio del Novecento la fonte assunse il toponimo di "fonte del Lotti", prendendo il nome dal colono che coltivava il podere attorno alla sorgente. Alcuni anni dopo, negli anni Trenta, alla sorgente fu allacciata una conduttura che portò l'acqua a Cigoli attraverso i terreni della duchessa Margherita di Somma Sonnino, nuova proprietaria, che concesse anche una zona di rispetto attorno alla fonte stessa, nella quale la duchessa rinunciava ad effettuare coltivazioni.
La fonte del Lotti ha portato l'acqua alla frazione di Cigoli fino agli anni Sessanta.
Con il tempo e con i nuovi lavori alla rete idrica, l'uso pubblico dell'acqua della fonte è cessata, ma la popolazione ha continuato ad approvvigionarsi a questa sorgente fino ai giorni nostri.
Per ricordare e preservare questa fonte, carica di storia, che è stata importantissima per l'approvvigionamento idrico di due frazioni, i cittadini del Molino d'Egola si stanno adoperando per il suo restauro e la riqualificazione dell'area.
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