giovedì 2 giugno 2011

il 2 giugno, una festa memorabile

Mi piace raccontare, in genere.
Mi piace soprattutto quando ho da raccontare qualcosa che ha toccato le mie emozioni, le più semplici.

Ogni tanto, di rado purtroppo, perché il tempo è sempre quello che è, mi capita di partecipare alle iniziative che si svolgono nel mio comune.

Oggi ho avuto questa fortuna.
E' il piacere è poi accresciuto dalla possibilità di aprire il mio blog, per raccoglierne le immagini e raccontarne le emozioni.

Festa della Repubblica 2011, anno del 150° anniversario dell'Unità d'Italia l'amministrazione comunale di San Miniato ha pensato di commemorarla inaugurando un monumento in ricordo di Bruno Falaschi, primo Sindaco "repubblicano" del mio Comune.
Martedì scorso era stato presentato un libro, curato dall'amico Alberto Cioni, con il quale ci siamo rivisti questa mattina dopo molti anni, dal titolo "Bruno Falaschi. Antifascista, partigiano, sindaco di San Miniato".

La manifestazione è iniziata dal cimitero di Ponte a Elsa, dove riposano le spoglie di Bruno Falaschi, ed anche quelle di un altro Sindaco di San Miniato, Luciano Nacci.



I presenti si sono radunati all'ingresso del paese, dove la banda A. Del Bravo de La Scala ha aperto il corteo.
Lungo la strada, con la simpatia ed il sorriso del giorno di festa, bandiere e persone alle finestre e sui balconi.




Marzia Bellini, presidente del Consiglio Comunale, ha fatto da cerimoniere.





Hanno parlato, tra gli altri, Vittorio Gabbanini, Sindaco di San Miniato, ed un rappresentante del Comune di Empoli di cui però non mi ricordo il nome, usando, entrambi, parole dove l'emozione del racconto diretto, la narrazione del ricordo di una vita comune, hanno soffocato ogni retaggio retorico.


Diverso è stato l'intervento di Giorgio Vecchiani, Presidente dell'ANPI di Pisa.


Anche lui, più che commemorare, ha raccontato Bruno Falaschi. E' entrato nella narrazione della sua attività antifascista e partigiana, e lo ha fatto con il pathos del compagno di azione, del compagno di progetti e di ideali.


Ha sconcertato un po', almeno a me, la sua chiusura, il suo rammarico che gli ideali che avevano mosso quei giovani memorabili, li li senta, ancora oggi, a distanza di oltre sessanta, ancora disattesi.
E mi ha sconcertato proprio perché credo di comprenderlo.
Di capire la sua disillusione, senz'altro anche appesantita dall'età, per il ritrovarsi a vivere in un'Italia governata da chi ci governa, e nel modo in cui ci governa.
E credo di poter comprendere il suo sconforto di fronte alla notizia che alcuni senatori del Pdl hanno presentato un ddl costituzionale per abolire la norma transitoria della Carta Costituzionale che vieta la ricostituzione del partito nazionale fascista.


Uliano, il figlio di Bruno Falaschi, ha raccontato, con simpatia, la storia di un padre. Del prima del carcere e della guerra, e del suo ritorno, lungamente. Più veloce sugli anni dell'impegno politico in Comune ed in Provincia, per poi soffermarsi sui suoi, sofferenti, ultimi anni.

Piacevole è stato anche ascoltare "Bella Ciao", che ha accompagnato la cerimonia dell'inaugurazione del monumento.







Lascio la commemorazione con le rondini che volteggiano sopra alla folla che si allontana.



E' stato, ripensato con gli occhi che adesso spaziano dalla mia finestra di Pierino, un momento di vera festa popolare.
Bravi, i miei amministratori...

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