venerdì 4 marzo 2011

il tacchino


Accidenti quanto tempo era che non mi capitava di vedere un tacchino.


Mi sono ricordato di quando ero piccolo, che avevo 4-5 anni.
Erano tempi in cui gli animali da cortile, stavano nel cortile, non rinchiusi dietro la rete di un pollaio.
Il giorno gli animali giravano tra l'aia, la rete dell'orto, la concimaia dei conigli, la loggia della capanna, lo spiazzo davanti casa, lungo il ciglio della strada.


Io non capivo come facevano a non sperdersi, a non prendere la resola lungo la vigna e sparire.
Come facevano a mettersi a beccare i vermi lungo la fossa e non spingersi oltre, non avere la curiosità di vedere fin dove arrivava quella fossa.
Non capivo come facevano a trovarsi davanti la porta del pollaio proprio nel momento esatto in cui la mia mamma, o le mie zie, arrivano per aprirla e farli rientrare per la notte.


C'era la faraona, la nana muta, l'oca papalina, il tacchino e poi galline galli e capponi, e di tanto in tanto file di pulcini.

E da piccolo, quando avevo 4-5 anni, mi ricordo che avevo paura del tacchino, con quell'enorme testa rossa, del suo glu-glu. Avevo paura perché quando mi capitava di dovergli passare vicino, lui mi caricava. Ed allora io mi mettevo a correre, e le oche mi vedevano correre, ecco che subito si mettevano a starnire e a corrermi dietro anche loro, allungando a dismisura i loro già più che lungo collo, tenendo aperto il becco.

Che corse, e che batticuore.
Poi crescendo, avevo iniziato a giocare con il glu-glu e la voce stridula delle oche. Le facevo correre a dispetto.

1 commento:

  1. simpatico e ...un po commovente ..quei ricordi infantili .. bravo
    Un vecchietto :-) (FB mulinaro mugnaio)

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