domenica 30 gennaio 2011

eclissi, storia di donne

Questa sera, all'auditorium la Tinaia del Parco Corsini, ultima rappresentazione di: Eclissi.
Spettacolo/ricerca, realizzato da Elan Frantoio per la regia di Firenza Guidi, sul lager femminile tedesco di Ravensbrück che fu aperto nel 1939. La performance si basa sul libro di Helga Schneider “La Baracca dei tristi piaceri“ e sulla testimonianza di alcune prigioniere italiane, raccolta nel volume “Le donne di Ravensbrück”.
Nei giorni 27, 28 e 29 gli spettacoli si sono svolti al mattino, per le scuole di Fucecchio e del Circondario. Ieri ed oggi si sono tenuti degli spettacoli al pomeriggio ed alla sera, aperti a tutti, con ingresso gratuito.
Allo spettacolo delle 18,00 di oggi non sono potuto entrare, perché i posti erano esauriti. Così sono tornato, prenotando, per quello delle 21,00.

Il testo è scritto e diretto da Firenza Guidi, ed interpretato dalla Compagnia Permanente del Frantoio.

Durante lo spettacolo non mi è stato possibile possibile fare fotografie. C'era però l'amico Nicola Cioni come fotografo di scena.
Cercherò, così, di raccontarvelo.

Gli spettatori vengono "radunati" in una sala del Complesso Corsini.


Firenza Guidi arriva, si presenta e ci introduce nella storia...
"Se nel dopoguerra, per molti sopravvissuti parlare della loro esperienza nei campi di concentramento fosse un'impresa difficile, era pressoché impossibile per le donne sopravvissute alla realtà del Sonderbau parlare della loro vita nel bordello nazista. L'argomento era, ed è ancora, tabù."

Sono state da 300 a 400 le donne che furono costrette in dieci diversi lager al lavoro sessuale forzato.

Eclissi è la storia delle prime 10 donne protagoniste di uno dei più disarmanti frammenti di storia dell'olocausto: l'inaugurazione del primo bordello per internati a Buchenwald.
Firenza ci chiede, a noi spettatori, secondo noi, con chi erano costrette a prostituirsi.
Qualcuno risponde: —Con gli ufficiali tedeschi? I soldati?—.
Niente di tutto questo. Venivano fatte prostituire con il personale di guardia al campo, con gli internati criminali comuni, anche con gli internati ebrei, per aumentarne la produttività, per arginare l'omosessualità, ed altro.
Le prestazioni erano a pagamento (in favore delle casse del campo di prigionia), ma venivano accettati anche dei "buoni premio" che i prigionieri maschili ricevevano dalle SS per una "visita al bordello".

Eclissi si ispira al tema della prostituzione forzata che avvenne in alcuni lager nazisti. Ad essa erano costrette donne presenti nei campi di prigionia, internate per motivi di "diversità sociale", ma non ebree. Magari donne che avevano già "osato" unirsi ad un uomo di razza ebrea.

Lo spettacolo inizia sul piazzale, nella fredda sera dei giorni della merla. Una guardiana in uniforme di SS seleziona, con grida e metodi violenti le donne di "Ravensbruck", da iniziare al bordello. E' chiara su cosa andranno a fare, su cosa le aspetta, ma lo pone come un'opportunità, come una libera scelta, con una serie di promesse. Anche se qualcuna si dichiara comunque disponibile, sarà la guardiana a scegliere e ad imporre chi avrebbe fatto quel lavoro.

Le prescelte entrano nel Sonderbaum, nell'edificio speciale.
La narrazione della storia, ci fa entrare nel Sonderbaum dalla porta di servizio, seguendo l'iniziazione delle ragazze.
Entriamo nel salone della Tinaia, in cui è allestito il dormitorio. Poca luce, violacea, offuscata dal fumo. Noi, gli spettatori, ci ritroviamo al centro della scena, con le ragazze sdraiate sulle loro brande, sistemate lungo le pareti.
La guardiana impartisce ordini ed elenca regole. Le sue grida arringano le donne, le esaspera. La violenza verbale si trasforma presto in violenza fisica, anche tra le stesse donne, come se rigettassero sulle stesse sventurate compagne l'esasperazione di quella situazione, ed il terrore per quello che temono le aspetti.
Si azzuffano tra di noi spettatori, che ci spostiamo, seguendo come un'onda le attrici che si muovono da una parte all'altra della sala, da una parte all'altra della scena.

La guardiana sembra mantenere le sue promesse, l'acqua calda per lavarsi, un pezzo di sapone profumato a testa, lenzuola pulite, e poi uniformi, scarpe con i tacchi e calze, che le ragazze indossano...
E tra sei mesi verrete congedate—, promette.
Sei mesi passeranno... presto...—, pensa (dice) una delle ragazze.

Si cambia scena, il pubblico entra nella "cameretta di servizio", e si dispone lungo la parete, chi seduto, chi in piedi.
La luce è concentrata sul letto, dove una delle ragazze si prepara a ricevere il suo primo cliente del suo primo turno. Minimo 10 al giorno sarà il suo programma quotidiano.
Alla parete, sopra al letto, il ritratto di Himmler, capo delle SS, ideatore delle "sonderbauten", come a voler essere onnipresente testimone degli amplessi forzati.
Le donne, a turno, si danno il cambio sul letto, raccontano dei propri clienti e raccontano di se stesse. Dell'orrore per alcune "larve umane", per le sevizie dei più violenti. Mimano gli amplessi. A fine turno la guardiana le manda a lavarsi.
Rimasta sola, la guardiana si accende una sigaretta, e si accomoda sul letto di servizio. Si toglie gli stivali per mettersi delle scarpe femminili. Assume una posizione inquietante, tra il soddisfatto e compiaciuto per aver compiuto il proprio dovere, dissacrando quel materasso dallo scopo così macabro, ma rasserenata in volto, con un corpo ora più femminile, sotto gli occhi incorniciati del suo comandante.

La chitarra e la voce di David Murray accompagna il pubblico nella sala successiva, nel refettorio. Dove le donne consumano il loro pasto. Qui le donne mostrano una vicendevole comprensione.
La guardiana si accorge che una di loro non ha mangiato, e la obbliga a farlo. E' quello uno dei suoi obblighi principali, le sue prostitute devono mantenersi ben in carne.
Le donne escono e la guardiana ha uno scatto d'ira, scaraventa via i resti del pasto, e si siede, silenziosa e sola, quasi se si fosse piegata al peso di quel lavoro.

La storia si conclude in una stanza piena di luce, è la sala d'attesa per i clienti, ed alcune ragazze li stanno aspettando.
Lo spettacolo è finito, noi usciamo dall'ingresso principale.
Abbiamo fatto a ritroso, un viaggio in questo gorgo di inumana violenza. Abbiamo mosso lo sguardo dentro questa storia architettonica e drammatica al tempo stesso, lungo un percorso forzato, violento anche se tenero in molti istanti. Abbiamo vissuto, a fianco a loro, la realtà infernale della storia di queste giovani donne, molte delle quali, altro non potevano fare, per estraniarsi da ciò che le stava dilaniando fisicamente e mentalmente, se non scegliere di farlo da sole, consapevolmente, affogandosi nell'alcol, che veniva dato loro dalla guardiana "per scaldarsi le budella".

L'uomo, "il cliente", sebbene continuamente menzionato per tutta la rappresentazione, è assolutamente assente dallo spazio scenico.



Mi fermo a parlare con Firenza Guidi, le parlo di due miei dubbi. Uno, il primo, me lo toglie subito, nessuna veniva "congedata" dopo sei mesi. Le più venivano rispedite a Ravensbrück, dopo pochi mesi, affette da malattie veneree.


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