Quel lavoro aveva per titolo "IN CAMPAGNA, immagini ed annotazioni". Raccoglieva in un foglio piegato in dodicesimi, immagini della campagna di San Miniato, e dei brani, che avevano la forma narrativa di un epistolario con un amico olandese, René, che nell'anno precedente, studente di sociologia agraria all'Università di Wageningen, aveva trascorso molti mesi, per studio, nell'azienda della mia famiglia.
Le immagini che accompagnano, nella successione in cui sono state realizzate, questa riproposizione, le ho scattate oggi, dalla mia finestra di Pierino, durante tutto il giorno, lavorando alle mie cose...
ore 8,18
Il brano, dell'ottobre del 1990, aveva per titolo, appunto: "Il Temporale".
ore 8,50
L'afa soffocante annichiliva le cose. Gli argentei olivi dai rami carichi dell'amato frutto, pendevano i loro frondosi rami, immobili nella spossante calura estiva. L'erba vizza e secca era caldo e rado tappeto. I rovi, sbiaditi dalla polvere cingevano a mezzogiorno l'oliveta.
ore 9,20
Il cielo dal fondo intenso e monocromo si era andato punteggiando di leggere e candide nuvole. Morbide e multiformi si muovevano lente dall'orizzonte. Rilassato, mi ero abbandonato, disteso sotto il tenue conforto della scarsa ombra che un olivo mi offriva.
ore 9,50
Improvvisamente un vento fresco e incostante si era alzato. L'inatteso sollievo era stato salutato dalla natura circostante con un frenetico ondeggiare, quasi a saluto dell'evento. I pendenti rami degli olivi si dimenavano sotto l'azione sempre crescente di quel vento. Adesso si avvertiva una certa umidità.
ore 10,06
Voltatomi in fronte al vento vidi stagliarsi sopra le colline sul fondo, il fronte, buio e compatto di un temporale. Una massa tenebrosa di un intenso ed elettrico blu minaccioso, si levava da dietro quei poggi. Fulminei bagli di luce e fragorosi tuoni si susseguivano.
ore 15,32
Restai, ozioso, ad aspettare la pioggia sotto quell'improbabile riparo. L'attesa fu breve e fruttuosa. Gelide e grandi gocce cadevano rade e ritmate, sollevando la polvere del terreno. Un fitto fragore, da leggero e lontano, cresceva man mano, veloce e incessante.
ore 15,40
La copiosa gocciolaia, fittissima e senza scampo, correva verso di me. Nel breve attimo di approntare un mio tentativo di fuga da quell'insicuro riparo, che l'acquazzone mi raggiunse e mi avvolse. In breve tempo l'olivo fu zuppo e incapace di trattenere la benché minima goccia.
ore 15,45
L'acqua sospinta dal vento mi mulinava attorno, scorrendo sui miei abiti e le mie membra. Rinunciai, spazientito e senza alternativa, ad ogni via di scampo, rassegnandomi alla scomoda ed umida attesa che quell'improvviso temporale estivo se ne andasse con la stessa velocità con la quale si era annunciato ed era arrivato.
ore 16,00
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