Oggi, giornata dedicata trascorsa alla nuova Fiera di Roma, per partecipare a ZeroEmission.
A me piace partecipare alle fiere, è il momento per rivedere un po' di persone che girano attorno e dentro a questo mondo, per raccontarci cosa stiamo facendo, cosa sappiamo che fanno gli altri, e cosa si potrebbe fare.
ZEROEMISSION ROME 2010, dal 7 al 10 settembre, è una manifestazione fieristica dedicata alle energie rinnovabili. Anche se relativamente giovane, questa è l'ottava edizione, è già diventata una manifestazione di riferimento per tutte le aziende e gli operatori interessati allo sviluppo delle energie rinnovabili, all’emission trading e alla sostenibilità ambientale.
Manifestazione è concentrata sull’energia eolica,
sul solare fotovoltaico, termico e a concentrazione,
sul mercato dei crediti di carbonio
e sull’efficienza energetica.
Nello stand della Ingly Solar, main sponsor dei mondiali di calcio del SudAfrica di quest'anno (negli anni '70 c'erano le marche di sigarette, tanto per fare un confronto a rendersi conto di come sono cambiati i tempi), c'erano tre bacheche che illustravano il ciclo del silicio.
Nella prima bacheca c'erano delle pepite di silicio puro. Sono fusioni che si ottengono dopo la raffinazione del prodotto.
Nella seconda bacheca c'era un cubo, comunemente detto wafer, di silicio puro, sotto forma di ossido di silicio (SiO2), fuso nelle dimensioni ottimali per il taglio dei fogli di silicio.
Nella terza bacheca c'erano i fogli, comunemente detti "lamine", di silicio già nelle dimensioni ottimali per realizzare la cella fotovoltaica. Si tratta di silicio monocristallino, cioè avente struttura omogenea. Il silicio viene utilizzato per le sue caratteristiche fisiche di semiconduttore. La lamina di silicio viene cablata in superficie con una griglia di materiale conduttore che ne canalizzi gli elettroni.
Ogni singola cella viene connessa alle altre mediante nastrini metallici, in modo da formare opportune serie e paralleli elettrici.
Nell'ultima bacheca c'erano i moduli fotovoltaici finiti. Che sono così fatti:
Sopra una superficie posteriore di supporto, in genere realizzata in un materiale isolante con scarsa dilatazione termica, come il vetro temperato o un polimero come il tedlar, vengono appoggiati un sottile strato di acetato di vinile (EVA), la matrice di moduli preconnessi mediante i nastrini, un secondo strato di acetato e un materiale trasparente che funge da protezione meccanica anteriore per le celle fotovoltaiche, in genere vetro temperato.
Nella terza bacheca c'erano i fogli, comunemente detti "lamine", di silicio già nelle dimensioni ottimali per realizzare la cella fotovoltaica. Si tratta di silicio monocristallino, cioè avente struttura omogenea. Il silicio viene utilizzato per le sue caratteristiche fisiche di semiconduttore. La lamina di silicio viene cablata in superficie con una griglia di materiale conduttore che ne canalizzi gli elettroni.
Ogni singola cella viene connessa alle altre mediante nastrini metallici, in modo da formare opportune serie e paralleli elettrici.
Nell'ultima bacheca c'erano i moduli fotovoltaici finiti. Che sono così fatti:
Sopra una superficie posteriore di supporto, in genere realizzata in un materiale isolante con scarsa dilatazione termica, come il vetro temperato o un polimero come il tedlar, vengono appoggiati un sottile strato di acetato di vinile (EVA), la matrice di moduli preconnessi mediante i nastrini, un secondo strato di acetato e un materiale trasparente che funge da protezione meccanica anteriore per le celle fotovoltaiche, in genere vetro temperato.
Dopo il procedimento di pressofusione, che trasforma l'EVA in un collante inerte, le terminazioni elettriche dei nastrini vengono chiuse in una morsettiera stagna fissata alla superficie di sostegno posteriore, e il "sandwich" ottenuto viene fissato ad una cornice in alluminio.
Nello spazio all'aperto era montato anche un concentratore solare, che stava producendo qualche kilowatt.
Nel padiglione dedicato all'eolico, tra le cose più interessanti c'era senz'altro la possibilità di vedere dentro alle navicelle. L'apparato che sta in cima al palo, al quale sono inserite le pale che fanno girare il rotore.
Nello spazio all'aperto era montato anche un concentratore solare, che stava producendo qualche kilowatt.
Nel padiglione dedicato all'eolico, tra le cose più interessanti c'era senz'altro la possibilità di vedere dentro alle navicelle. L'apparato che sta in cima al palo, al quale sono inserite le pale che fanno girare il rotore.
Nello stand della Vestas si poteva ammirare il modellino di una navicella con la nuova turbina V112 della potenza nominale di 3 MW. Il modellino è in scala 1:5. La navicella è larga, ed alta, circa 4 metri, e lunga 14. Viene montata su pali alti dagli 85 ai 120 metri di altezza, con pale lunghe circa 55 metri.
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