domenica 5 settembre 2010

quinta pagina di "Terra"


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(segue dal post di ieri)

Gli dissi risoluto:
Senti Franco, qui se si continua a parlare di sicuro si perde un amico tutti e due. Se ti va bene io mi carico le presse che ti pare, mi dai colazione, e le porto alla fiera di Staggia. Arriverò tardi, ma la paglia da quelle parti la cercano e può darsi che la possa piazzare bene.—.
Diversamente?—, mi chiese quasi intimorito.
Diversamente me ne vado a camion vuoto, ma la colazione la voglio lo stesso per compenso del tempo che mi hai fatto perdere a venir fin qua per niente.—.
Ma quanto mi dai della paglia?—, mi chiese ancora.
Si fa così. Sai che ti sono amico e che non mi approfitterei mai di te. - Franco annuì con la testa - Io stasera ripasso di qui, col camion vuoto questo è sicuro, e in base a quello che ho realizzato ti pagherò.—.
Caricata la paglia ci mettemmo a fare colazione con pane, cipolla e formaggio.
Ma quel furgone azzurro ce l'hai ancora?—, mi chiese Franco.
Certo che ce l'ho, è più nuovo di questo camion.—, gli risposi.
Ma lo adoperi ancora?—.
—Certo. Ma ora un po' meno. Sono un paio d'anni che lo uso quasi esclusivamente per fare consegne d'olio dei frantoi della zona. All'inizio facevo tutto con il camion, ma un paio di volte ruppi dei fiaschi. Con le strade che si trovano in giro, si fa presto a fare cocci, così per mantenermi i clienti mi toccò comprare quel furgone.—.
Perché per mantenersi i clienti?—, mi chiese il ragazzo che ci aveva portato la colazione.
E' mio figlio Giovanni, il maggiore. Sta per prendere la patente.—, mi disse Franco. E io gli spiegai:
I frantoiani comprano le olive in giro ed io gliele porto al frantoio col camion, ne servo quattro. Poi loro hanno da consegnare l'olio ai loro clienti, e nessuno di loro quattro ha un mezzo per le consegne più lontane, così gliele faccio io. All'alba arrivo con le olive che ho caricato dai contadini la sera. Dopo pranzo riparto col furgone a portare l'olio e torno alla sera, così riparto col camion per andare a caricare le olive.—.
E quando vi riposate?—, mi chiese il ragazzo.
Ce n'è di tempo per riposare. Un'eternità quando saremo nella fossa. Fra poco tempo comincerà la stagione delle olive, ma sarà breve. Per natale sarà già quasi tutto finito. Mi resterà qualche consegna e niente più.—.
Dopo quella mia spiegazione Franco venne al dunque.
Questo mio ragazzo vuol prendere la patente. Te l'ho già detto, e siccome ha sentito in giro che quest'anno è un'annata buona per le olive. Dicono che ce n'è un'esagerazione. E ripensando a quello che mi dicesti l'anno scorso, che nel pieno della stagione non sapevi dove battere la testa dal lavoro che avevi, io avevo pensato che questo ragazzo ti poteva essere utile per qualche viaggio, magari col furgone. Sai è solo un ragazzo, ed il camion è troppo grosso per lui.—.
Bisogno, quando c'è da far fatica ce n'è sempre. Tutto sta a vedere chi è che è disposto a darti una mano. Quali sono le tue capacità. Col furgone si girano i paesi. Si va dalla gente. Bisogna conoscere paesi e gente.—.
Franco, con tono premuroso, mi disse:
Il ragazzo è giovane, questo sì, ed ha anche girato poco. Ma anche te alla sua età avevi girato poco, forse meno.—.
Questo è vero.—, affermai.
Intanto Giovanni mi osservava attentamente, come se mi stesse studiando, come se credesse che nei miei occhi e nelle mie espressioni ci fosse un segreto. Chissà, magari quello del trasportatore.
Basterebbe - riprese Franco - che quando comincia la stagione tu te lo portassi dietro. Anche col camion. Così impara le strade, i paesi e la gente. Magari qualche volta lo fai anche guidare. Poi col tempo imparerà. Non c'è furia, e poi se non ti verrà utile quest'anno lo ti potrà essere il prossimo.—.
Quanti anni hai giovanotto?—, chiesi al ragazzo.
Ventitre a novembre.—, mi rispose pronto.
Guarda che è in gamba davvero, - disse Franco - e poi qui al podere siamo troppi ormai. Al tempo dei nostri padri il soldi non servivano per vivere, c'era fame e miseria, ma bastava lavorare la terra per tirare avanti. Adesso, che noi abbiamo famiglia, non basta più lavorare la terra, adesso servono anche i soldi, e quando siamo in tanti i soldi non bastano mai.—.
E' vero. Anch'io ho lasciato la terra in cerca di soldi, di una nuova vita. Ma ho trovato solo lavoro, tanto lavoro. I soldi che guadagno mi vanno tutti in spese, me li mangia quasi tutti il camion. La nafta, le riparazioni, gli incidenti, mi costo quanto una famiglia. Ma se il ragazzo ha volontà io ho bisogno di un po' di aiuto, la stagione promette davvero bene, e se mi potrà fare qualche consegna col furgone sarà per me già qualcosa.—.

(continua nel post di domani)


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